Full text: Architettura del Cinquecento (11, Parte 3)

170 III. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO 
alla sala del Collegio in palazzo ducale, con la figura di Venezia fra 
la Concordia e la Gloria. Fabbricò inoltre il tabernacolo sull’altar 
maggiore di Santo Zaccaria, e diede il disegno per il palazzo Balbi, 
eretto tra il 1582 e il 1590. 
Alessandro Vittoria non ebbe la solidità possente del maestro, e, 
deviato dalle ricerche pittoriche, perdette l’austera sobrietà, l’equi- 
librio impeccabile tra il vuoto mediano e le masse ai lati, tanto am- 
mirabili nelle architetture sansovinesche. Lo scultore, che aveva 
esordito con i «feminoni» della porta della Libreria, infatuato poi 
dell’arte del Parmigianino, di cui comprò quadri e disegni, portò 
nell’architettura elementi alquanto alleggeriti, agili, affusati. Schiuse 
sul bugnato le tre porte del palazzo Balbi (fig. 147), la porta mediana 
con la scarsa incorniciatura, e due finestre appuntate per un angolo 
ai riccioli del suo frontone, due altre strette ai suoi lati. Nell’ordine 
superiore, è una triplice loggetta con balcone a balaustra, con Dbi- 
nate colonne di qua e di là dall’arcata media, con pilastri a chiusa 
delle arcate laterali. Ad afforzare quei lati, un fascio di tre pilastri 
ionici giunge forte le ali all’elegante loggetta, ali con due finestre 
ognuna a frontispizio franto, e, fra i tronchi, una specie di cespo sopra 
uria basetta. Al margine delle ali, torna il fascione dei pilastri 
ionici; tra finestra e finestra d’ogni ala, è una cartella a forte rilievo, 
arricciata, con lo stemma di casa Balbi sormontato dal leone alato 
di San Marco. 
Conviene fare astrazione del secondo piano aggiunto tardi, per 
sentire la giustezza delle membrature architettoniche, e come le 
porte, che sembran basse, siano corrispondenti alla massa larga 
e bassa della casa. I tanti scuri delle aperture nelle pareti a bugnato, 
par che appesantiscano, sia pure rompendolo, il basamento, per cui 
più agili, più elevati appaiono la loggetta e le ali e le leggiere incor- 
niciature delle finestre al primo piano. Il decoratore, tra gli spez- 
zati frontespizi, accosta riccioli, e vi innalza una specie di candela- 
bro; dalla chiave degli archi fa sporger teste, mensole figurate; sui 
quattro lati delle finestrelle rettangolari, unisce i contorni di due 
mensole che si fronteggiano; e, negli stemmi, intorno all’ovale, ov’è 
segnata l’arma della casa patrizia, arriccia spirali, gira festoni, in- 
nalza cimieri, e, dalle forti ombre, da orecchioni, sembra stia per far 
uscire il barocco. Anche nelle porte interne (figg. 148-149) di Pa-
	        
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