NV. PALLADIO 355
per eccezione nell’opera palladiana, rafforza gli angoli del piano
terra e si estende alla loggia inferiore, rivestendo i fusti delle co-
lonne ioniche, a differenza che nel disegno, ove esse emergono se-
riche dall’elegante bugnato. La mancanza del frontone sopra la
doppia loggia viene infine a distruggere, tutto appiattendo lungo
l’orizzontale, la nobile impronta del progetto palladiano.
Un doppio loggiato ionico al piano terra, corinzio al piano supe-
riore, e un frontone con statue, dovevano ornare, secondo il disegno
del Palladio riprodotto nei « Quattro libri », + il prospetto del corpo
mediano di villa Valmarana a Lisiera presso Vicenza (fig. 345), ampio
e sfarzoso fra le brevi ali e le torricelle agli estremi. È un compro-
messo fra castello e palazzo che, pur nella serrata coesione dei suoi
elementi, sostituisce all’intima bellezza, alla poetica unità tra casa
e campagna circostante, che è della Rotonda e di villa Foscari il
fascino primo, un valore scenografico più adatto ad ambienti cittadini.
Poco, del resto, rimane dello schema palladiano nella villa odierna,
dove persino il tetto delle torri sS'immedesima con quello del palazzo.
I due sovrapposti loggiati del fabbricato centrale si rivedono
nel disegno ? (figg. 346-347) della villa di Montagnana, compiuta per
Francesco Pisani nel 1565, secondo lo Zanella, ma rimasta priva
delle due ali che nel disegno prolungano la casa signorile. La villa,
convegno di letterati e d’artisti intorno al suo magnifico signore, non
ha, nel disegno palladiano, la soverchiante espansione del palazzo
in rapporto alle strette ali, che nuoce alla grazia del disegno di villa
Valmanara a Lisiera. In villa Pisani i due loggiati, ristretti al centro
della casa signorile, sporgono da essa, variando l’effetto delle ali
aperte da una semplice finestra per ogni piano e da una finestrella
nell’atrio, e i due fabbricati secondari, che, nel prospetto principale
disegnato dal Palladio, hanno di ognuna di queste ali l’ampiezza e
chiudono a torre il luminoso scenario, si uniscono alla casa signorile
per due corridoi o cavalcavia che forman l’attico di un aperto arco
trionfale, rientrante dal piano della casa e delle sue dipendenze. ®
4 Libro IT, p. 57.
® Ibidem, p. 50. Qui i loggiati sono solo nel prospetto principale.
* Tali corridoi dovevan mettere in comunicazione la casa signorile con i fabbri-
cati di servizio: «ha questa fabrica due strade da i fianchi, dove sono due porte, sopra
le quali sono anditi, che conducono in cucina, e luoghi per servitori ».
VENTURI, Storia dell’Arte Italiana, XI, 3