2/70 IL — RIKLESSI MICHELANGIOLESCHI NELLA SCULTURA
Medici, dove Giovanni dell’Opera riesce freddo, impalato. Così pose
fine all’arte sua il discepolo del Bandinelli, quando il barocco già
faceva breccia nell’accademia e nel manierismo. Lo stile del maestro,
strascicato sino alla fine del Cinquecento per il seguace, aveva perduto
l’aire cinquecentesco, solenne nel metro e nell’apparato. Urgeva il
Barocco con le sue libertà e le sue licenze, con i suoi movimenti com-
plessi, anche incomposti, con le sue spinte ribelli, con i suoi sforzi acro-
batici, e il Bandini pareva pietrificato negli antichi sistemi, irretito
nelle vecchie norme. Appena alcuno avrà ricordato a suo merito
come, senza volerlo, senza saperlo, incapace di seguir l’arte misurata
del maestro, egli sia uscito dalle sue limitazioni, dai suoi confini,
giungendo talvolta, quasi per caso, a pittorici effetti. !
1 Oltre alle opere qui accennate, si attribuiscono al Bandini:
il Busto di Francesco I, nella Zecca Vecchia, a Tirenze;
il tabernacolo di via Boccaccio e via del Bersaglio a Firenze, con la Madonna
e il Bambino;
statue d’una Venere e di due tritoni, nella fontana del giardino dell’Altopascio
(GRIFONI).;
busto sulla porta del palazzo Altoviti a Firenze (interrogativamente aggiunto
ai busti del Bandini, noverati dal BorGHINI e dal BALDINUCCI, per il MIDDELDORFE);
busto sulla casa in Via Ricasoli, 30, in Siena (interrogativamente come sopra)
Smarrite sono:
due statuette di Venere;
un Bacco;
una serie di ritratti d’imperatori, o meglio una serie di teste antiche com-
pletate con busti moderni (« Alcuni di questi busti rimasero a Firenze; ma quasi
impossibile è il distinguerli fra i tanti che ne esistono; forse una testa antica del Quar-
tiere degli Elementi in Palazzo Vecchio potrebbe essere annoverata nella serie del
Bandini per la esecuzione particolarmente accurata del suo busto » (MIDDPDELDORE):
Ercole che combatte l’idra, per il palazzo Nicolini in via dei Servi;
Giasone con due mostri marini, per il palazzo Grifoni.