Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 2)

I. — MICHELANGELO SCULTORE 
siderio, labbro inferiore del David, le fosse scavate nelle guance e alle radici 
mo” del naso, con rigurgito di muscoli poderosi, come quelle che poi 
età di s’incideranno fra le sopracciglia contratte del profeta Daniele nella 
te tante Sistina. La struttura massiccia delle ispide ciocche, tagliate a spigoli 
copiato acuti, delle rughe a unghiate, del naso ammaccato con dilatate nari, 
notizia delle clavicole e dei tendini, turgidi e tesi come corde, sono impronte 
si vede riconoscibili della mano di Michelangelo. I contrasti di direzione 
temp che sprigionano effetti dinamici dalle forme michelangiolesche si 
rel ripetono tra i solchi aperti nelle guance e la tettoia calata dalle pal- 
stitr pebre sulle occhiaie tenebrose, e tra le ciocche, le cui falci seguono 
diftore due opposte correnti, quasi piegate da soffi di vento contrario. Non 
a la Maschera di satiro (fig. 2), a lungo inclusa nel ciclo delle opere del 
fini grande Fiorentino, estranea all’arte di Michelangelo per la grottesca 
CONA ilarità del ghigno che torce il gibboso profilo, come per la morbidezza 
Ai delle ciocche e la molle carnosità delle guance, ma questa massiccia 
e testa, «contraffatta » dall’antico « in un pezzo di marmo », incisa 
ia di cavi profondi come solchi nella nuda terra, ci rivela l’esordio del 
. pen prodigioso fanciullo nell’arte. 1 
i La Madonna della Scala (fig. 4), nel Museo Buonarroti di Firenze, 
i opera primitiva di Michelangelo, sebbene insolitamente scolpita a 
I bassorilievo, lascia appena trasparire le tracce dell’educazione dona- 
Ri telliana. Nel graduar lo stiacciato, il giovane scultore segue criterî 
- architettonici: assimila il piano del braccio e delle ginocchia di Maria 
i alle pareti verticali dello zoccolo e degli alti gradi e al pilastro della 
scala: porta nell’arte uno spirito di sintesi non proprio di Donatello 
e dei seguaci, inclini a moltiplicare i gradi del rilievo, a sfaccettar 
- le torme e trarne dagli spigoli faville. Per non rompere l’unità dei 
Ra piani, il manto aderisce alla base di pietra, disegnandone i margini, 
era e si plasma sulla forma irrigidita del braccio: le gambe s’incrociano, 
Egg: schiacciate dalla prospettiva architettonica. 
ge È questo l’unico bassorilievo di Michelangelo, ma anche nel 
host bassorilievo le masse sono potentemente sentite, per virtù stessa 
KA 1 Orazio Vannini ci conferma che la testa da noi sopra indicata era nota come 
di Michelangelo esordiente, mostrandoci, in un affresco a Palazzo Pitti (fig. 3), Mi- 
Se- chelangelo presentarsi appunto con quella testa di fauno-ciclope al suo protettore 
Lorenzo il Magnifico. I particolari fisionomici della testa marmorea corrispondono 
perfettamente a quelli dell’affresco, pubblicato dal TRAPESNIKOFF, Die Portritdar- 
stellung en dev Mediceer, Strassburg, 1909, tav. XXVIII. Ne feci parola in L’Arvrte, 
XXV, 1022, a p. 180.
	        
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