Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 2)

408 II. — RIFLESSI MICHELANGIOLESCHI NELLA SCULTURA 
d’ogni lato del poligono il labbro della vasca è spezzato da un alto 
sprone marmoreo con svelte statue di ninfe e divinità marine. I 
moti repentini dei fauni sospesi nel vuoto, rimbalzanti dai seggi, lo 
slancio verso l’alto delle Ninfe e dei Fiumi, lo scintillio dei cartocci, 
dei nudi bronzei di fauno accesi di faville dalla rapidità dei moti, com- 
pongono un vivido effetto scenografico, cui nuoce la gran mac- 
china del Nettuno. Il gessoso Biancone, memore delle masse in- 
tere di Baccio Bandinelli, impostato con immobilità di pilastro 
fra due tritoni zampillanti dalla base marmorea con impeto d’acque 
vive, sorge sopra un cocchio marino adorno di conchiglie e di ma- 
schere; e quattro grandi conchiglie con apici scattanti forman la base 
del dio, quattro grandi clipei con teste leonine, le ruote del cocchio. 
Si sbizzarrisce, in queste ructe, la fantasia ornamentale di Bartolomeo 
Ammannati, come nelle cartelle (fig. 339) sotto le statue di bronzo, 
intense di vita pittorica per il contresto fra la bianca luce dello 
ovulo che al centro s’inturgida, e il groviglio pittorico di putti uc- 
celli, volute e drappi, che ettorno s'intrecciano in mobile ghirlanda, 
con effetti chiaroscurali intensi, lampeggianti. ! In tutti i particolari 
architettonici del piedistallo e della grande vasca è una magnifica 
vitalità: le valve di conchiglie incassate fra i gradi del grande poli- 
gono ad angoli smussati s’incurvano all’apice come ferreo pugno 
che di scatto si chiuda; i segmenti del parapetto s’inturgidano, come 
premuti dalla forza dell’acqua che nella vasca s’espande; e l’ombra, 
che s’ingorga nella gola profonda tra il parapetto e il cornicione 
arrovesciato, accentua l’efietto delle masse dilatate, scoppianti. 
Michelangiolesca energia s’addensa in queste turgide masse, ma la 
espressione di vibrante continua elasticità, di vita sfrenata e impe- 
tuosa, che risulta dalle continue improvvise spezzature, dalla vi- 
cenda di superfici aggettanti e rientranti, diverge dallo spirito delle 
architetture michelangiolesche. L'effetto pittorico s’accentua nel 
gruppo magnifico dei quettro cavalli che si slanciano dal cocchio di 
Nettuno nell’acqua, zampe impennate, criniere al vento, occhi di 
fiamma (fig. 341). Leonardo è qui maestro a Bartolomeo Ammannati, 
che trasse certo ispirazione dal ben noto disegno vinciano di fonte 
1 Opera dello stesso Ammannati è il cartello con due putti cn capre (fig. 340), 
nella base della ninfa da lui eseguita, distinto fra tutti per la morbida eleganza del 
modellato.
	        
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