Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 2)

614 II. — RIFLESSI MICHELANGIOLESCHI NELLA SCULTURA 
statue ci mostrano qualche attinenza con l’arte di Andrea Sanso- 
vino suo maestro, quantunque siano state tardi eseguite, la prima 
circa il 1514, la seconda dopo l’anno I318. Avanti queste figure 
aveva scolpito il Bacco, allogatogli da Giovanni Bartolini per la 
villa di Gualfonda, passato poi in dono al Granduca Cosimo, che lo 
fece riporre nella galleria medicea, ove molto sofferse per l'incendio 
del 1762. Anche guasta da restauri, quest’opera ci mostra come già 
il Sansovino, a venticinque anni circa, abbia fatto suo sangue l’arte 
del maestro, e sia andato oltre, guardando a Michelangelo e all’an- 
tico e affermando la propria personalità nel corpo snello, agile, 
elegante di Bacco, che sorge ritmico dalla mola del suolo e par s’ag- 
giri con le membra a cerchi. Tiene alta, propiziando, la tazza; ha 
la testa coronata di corimbi e di foglie di vite; sorride, e par declami 
un ditirambo. Nella destra tien grappoli d’uva, che ombreggiano 
la testa dell’ebbro faunetto, seduto su una pelle di capra stesa sulla 
tonda roccia a strati. Il Sansovino cerca già effetti di colore nel gradi- 
nar la corona di foglie sulla chioma di Bacco, i grappoli da lui tenuti, 
i peli delle gambe del faunetto, le ciocche falcate della pelle di capra 
cadente al suolo. 
Tutte queste opere, tuttavia, non mostrerebbero l’attacca- 
mento che dovette essere tra Andrea Sansovino e il suo discepolo, 
così grande come si mostra nel monumento funebre del Cardinal 
di Sant'Angelo, Giovanni Michiel (7 1503) e dello zio Antonio Urso 
vescovo Agiense (7 1511), che si vede nella chiesa romana di San 
Marcello al Corso (fig. 506). La tomba rimase incompiuta, quando 
lo scultore fuggì da Roma sacheggiata; ma dovette essere iniziata 
assai presto, così com'è avvenuto per tutte le opere del Sansovino, 
che mutarono nel tempo prima d’esser finite. L'esame del monu- 
mento basta a farci notare come esso sia stato eseguito in momenti 
diversi: la composizione primitiva con la gran nicchia trova ri- 
scontro nelle tombe Sforza e Riario di Andrea Sansovino: sarcofago 
con il defunto e lunetta con la Madonna, fiancheggiata da pilastri 
dalla lunetta in giù, da pilastrini in su sino alla cimasa. Di qua e 
di là dalla finta cella sono due santi entro nicchie col catino a con- 
chiglia, come nel Sansovino; di qua e di 1à dai pilastrini fiancheg- 
gianti la lunetta, invece di figure allegoriche, son altre figure di 
Santi, pure in liberi spazi, impostate sul cornicione. È dalla linea
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.