Full text: La scultura del Cinquecento (10, Parte 2)

746 III: — DIFFUSIONE DELLA SCULTURA VENEZIANA NELLE MARCHE 
gelli. Girolamo Lombardo aveva portato a Loreto e a Recanati l’arte 
pittorica di Jacopo Sansovino, ma dalla Santa Casa, ove Andrea 
Contucci aveva espresso raffaellesche grazie, si diffuse uno spirito 
nobilissimo e fine che alitò nell’arte dei Lombardo e dei loro seguaci. 
Nel Fonte Battesimale (fig. 627) della basilica lauretana Tibur- 
zio Vergelli non fu solo; ebbe ad aiuti Sebastiano Sebastiani, Gian 
Battista Vitali, Tarquinio Jacometti e Michelangelo Calcagni. Il 
Vergelli profuse tutti i tesori della sua stecca nella gran vasca adorna 
di festoni retti da quattro angioli (es. fig. 628), nel piede ornatissimo 
di storie e di figure allegoriche, nell’alto coperchio con statue di 
Virtà, sormontato dal Battista che battezza Cristo (fig. 629). Fra le 
Virtù, semplicemente vestita, austera, ferrea, è la Perseveranza 
(fig. 630); la Carità (fig. 631),! si presenta invece tutta fiorita, diade- 
mata signora; nei bassorilievi della vasca, (la Piscina probatica, la 
Guarigione del cieco nato, il Battesimo dell’ Eunuco della regina Can- 
dace), e quindi del coperchio (la Circoncisione, la Predicazione del 
Battista, V’Ordine del profeta Eliseo a Naaman Siro di lavarsi nel Gior- 
dano per guarir dalla lebbra), è sempre ’Tiburzio Vergelli con tutte 
le sue risorse pittoriche e paesistiche. 
E risorse ci vollero, per provarsi a rappresentare, com’egli fece, 
i vari momenti della 7Traslazione della Santa Casa: il suo venire da 
Tersatto a Loreto, il calare presso il luogo detto la Bandirola tra 
un bosco di lauri, il dipartirsi dal terreno dei fratelli Antici; il fer- 
marsi nel luogo scelto con gioia delle popolazioni divote. 
T’intervento dei coadiutori non dovette sopraffare il Vergelli, 
che nel 1607 chiudeva l’opera e, malato, si preparava a chiuder 
sua vita. 
1 La statua della Carità ci ha richiamato per forma la scultura nella R. Galleria 
Borghese (fig. 632), chiamata impropriamente la Zingara, per aver scura la testa, 
come la mano destra e i piedi di bronzo, bianca la veste di marmo, di pietra grigia 
il manto: è una reginetta ridente, con ricchezza acconcia, di palese somiglianza 
con questa Carità del Vergelli e con le statue allegoriche nella base del monumento 
a Sisto V di Antonio Calcagni. L’arte loretana spunta nella statua, che ha nell’orlatura 
del manto a graffito ripetuto il drago dello stemma Borghese, tanto da farla supporre 
eseguita per Paolo V dal Vergelli probabilmente su frammento di statua antica.
	        
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