750 III. — DIFFUSIONE DELLA SCULTURA VENEZIANA NELLE MARCHE
Tarquinio Jacometti, che aveva, come abbiam detto, condotto
insieme col Sebastiani a termine la porta della Basilica affidata ad
Antonio Calcagni, suo zio, e anche il Fonte battesimale di Loreto,
si unì al fratello Pietro Paolo, e lavorò sempre con lui, scolaro di
Niccolò Roncalli, il Pomarancio. Il pittore della volta alla sala della
Sagrestia detta del Tesoro e della Cupola, turbò la calma artistica
della scultura lauretana e recanatese, che aveva avuto nella Basi-
lica il centro della propria attività. Nei Fonti Battesimali del Duomo
di Recanati, di San Giovanni Battista ad Osimo (fig. 634), della
Cattedrale di Penne, come nella Fontana della piazza di Loreto,
costruita su disegno di D. Fontana e C. Maderno (fig. 635), e adorna
dai due fratelli di draghi, putti, tritoni, e nell’altra di Faenza, pure
tutta piena di draghi tratti dallo stemma di Paolo V Borghese, e
infine in quella dei Galli (fig. 636), pure nella piazza di Loreto, i fra-
telli Giacometti dimostrarono come la tradizione cinquecentesca
dei Lombardo fosse chiusa, e l’avvento del barocco venisse fatal-
mente segnato anche 1à dove la religione conservatrice, nell’umile
divozione dei fedeli e nella quiete sacra della Santa Casa, aveva dato
all’arte tranquillo riposo.
Chiudo il capitolo con la statua in bronzo della Fortuna, opera
di maestro urbinate, Donnino o Domenico Ambrosi. Gli furono
pagati settantacinque scudi per la statua fusa a Senigallia nel 1593,
e posta sulla fontana della piazza a Fano l’anno seguente. Essa ri-
flette forme veneto-lombardesche nelle Marche per il nudo tornito,
conciso, che dalle chiome dibattute e dalla vela al vento trae vita
pittorica ! (figg. 637-638).
+ Dell’artista urbinate si conserva anche una statuetta di San Crescentino che
uccide il drago (firmata), oggi nella sala municipale di Urbino. Donnino Ambrosi morì
il 21 settembre 1599. Si trovano scarse notizie di lui in AMIANI, Memorie istoriche della
Città di Fano, II, 214; in G. CASTELLANI, Rivista misena, V, 131.
* * »*
n e