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uguale nellà Carità, e nella Fede. E
ben dife° io non meritarmi alcun gradi=
mento, fe ve per lo zelo, ne per È umile
Là, ne per divino amore in minima parte
a Voi mi accofto , e mercè for fi il contrario
da me ciecamente feguito, bo più da te-
mere rimproveri , che da fperar patrocinj e
Pure in leggendo , quanto ervica fofle l n-
miltà voflra, e come fcordatorwi della,
reale Profapia x che dagl’ Imperadori
d’ Oriente traefte , sì bene uv’ accomodaSte
a vivere inquefta noftra Città, non così
allora per Fabbriche eftefa , ne così piena
come al prefente di Popolo , e quafi del tuta
to da Barbari mal concia, e diftrutta,
agualmente tramifchiandovi tra dotti , ed
indotti, tra Nobili, e tra Plebei , tro
Poveri, e Ricchi, tra Santi, e Peccato=
#i, affine di condur tatti col voftro efem
pio all’ eterna falute 3 il che di prefente
ancor profeguite, illuminandoci , e difen-
dendoci ; perciò io mi lufingo , che in offe-
rirvi quest Opera mia, eil vivo defide-
rio d’ ogni mia emenda, fate voi per ac
coglier quella , e per intercedermi dall’
oggetto di voftra eterna Beatitudine ogni
fpirituale foccorfo. Quefto è l’ unico, che
folpirar poffo nell’età mia provetta, &
fia cara vofra zelantiffio Santo Vefco-
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