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fo . Se vi siate riuscito » lo vedremo sul serio ; lasciando ad
altri il paragone del Lasca;
Cercan È mosche all’aquila far guerra
E i: granchi voglion morder le balene «
A sette Lettere corrisponderò con una sela 5 ristringendomi a
quelle cose, le quali potranno farvi un maggior onore , per non
perder tempo in una forzata reciprocità » a seconda dell’ urba
nissimo vostro Galateo semibernesco, e maccarronico, ingenti.
lito nella Marca, e sì mal applicato in Roma; Ita salem istum;
guo caret vestra natio > in itridendis nobis nolite consumere 3 et me-
hercule > si me audiatis > ne experiamini quidem . Non decet , non
datum est » non patestisr . NEC VERO HOC 1N TE UNO
CONVENIT, MORIBUS DOMESTICIS , AC NOSTRO-
RUM HOMINUM URBANITATE LIMATO ; sed cum in
reliquos vestros', tum in eum maxime , qui ista peperits hominem
sine arte, sine litteris , insultantem in omnes , sine acumine ullo s
sine auctoritate . sine lepore (a) . Seguito il vostro ordine.
LETTERA PRIMA
Sull’oggetto di queste Lettere «
po
ara” ae
Heu quantue FURTO cruor, et sine laude iacetis |
Stat. Theb. lib. 3.9. 165.
‘2. L’ oggetto primario delle vostre vindicie , placidissimo
signore ab. Masdeu , è di dichiararmi un pirata letterario > che
si è AVVILITO 4A FURARVI il poeta Merobaude a posto nel-
la vostra storia fra i chiari Spagnoli del quinto secolo . L’ esser
poi persuaso , che io vi abbia commesso un FURTO manifesto
ad occhi chiusi , senza neppure un barlume di ragione, Ni ha fat-
to nascer sospetti» non temerarj > intorna all’ equità degli altri mie
giudizj » colla medesima occasione dati alla luee. Quindi l’argo-
mento delle altre vostre Lettere; assicurandoci in fine, di avere
ancera voi RASCHIATI molti vecchi sassi ; e che le antîchità
d’Italica, di Sagunto, di Tarracona, di Braccara, di Emerita,
e tante altre, e poi tante, che ridondano a bizzeffe nella vostra
Iberia » vi dan lume , quanto basta, per potervi appressare a
me, e porre francamente ii vostro cucchiaje ( in vece della ma:
no » come celui ), dove lo pongo io. Certo: per un attente
(a) Cic. De Nat. Deor lib. 2. cap. 29.
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