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LiBro Primo. 63
cui dalle navi fi lanciava fuoco fopra i ne-
mici. Dicefi appreffo, ch'egli fece 218. co-
dici: fe debba intenderfi di trattati da lui
compofti, o di libri trafcritti, o di codici
acquiftati, lafcerò ch’ altri efamini, poichè
in quel? epitaffio più fi ha talvolta cura del
ritmo, che del fignificato. Il Panvinio at-
tribuì a lui la fondazione dell’ infigne Li-
breria, che fu poi fempre famofa nel no-
ftro Capitolo; di che fembra fcorgerfi un
indizio nelle poche reliquie, che ancor ne
rimangono, qualche codice avendovifi fcrit-
to in tempo dell’ Imperador Lotario.
Ch'egli opere lavoraffe, non fi può met-
tere in dubbio, mentre fi ha ancora nella
Lapida, come fece la G/ofa al vecchio, e
nuovo Teltamento: ed è molto notabile il
dirvifi ch’ei la fordò, e il metterfi ciò in-
fieme con le cofe inventate da lui. Della
raccolta, che vien detta Ghfa Ordinaria ,
fi fa comunemente Autore Valafrido Stra-
bone; ma non fi troverà dato a quella il
nome di Chiofa in monumento sì antico ce-
me il noftro marmo, fcolpito nell 846; e
veramente non le compete forfe molto be-
ne, parendo con eflo dinotarfi efpolizion
breve, e letterale, e non dovendofi 1’ Ordi-
naria confonder con l’ Interlineare, come fa
Guglielmo Cave nel parlar di. Valafrido,
mentre quefta è d' Anfelmo Laudunefe per
tefti-