290 DEGLI SCRITTORI VERONESI
Teftimonio della fua perizia ci rimangono .
alcune belle Medaglie de’ fuoi, nelle quali
volle fempre anche il nome fuo, così do-
vendofi leggere la breviatura de’ riverfi :
Opus Iulii Turrit. Quella di Marc» Anto-
nio fuo fratello l’ abbiam veduta poco fa:
è da credere, che l'avrà fatta anche di
Gian Battifta, ma non fi rinviene. Ben fi
confervano dal Conte Gian Battifta fuo de-
gno difcendente quelle, che qui fi pongono
di due figliuoli fuoi, Gerolamo Prepofito
della Chiefa maggiore, di cui fi ha men-
zion nell’ Ughelli, e Beatrice, cui diede
per moglie a Zeno de’ Turchi.
Del matrimonio di effo Giulio hotrovata
la feguente memoria fcritta infieme con al-
tre in volgar Veronefe nel fine del codice
Bevilacqua num. 26. in quarto: curiofa per
vedervifi gli ufi di quel tempo . De/ mefe de
Zenaro 1504 meffer Guido Antonio de i
Maffei magnifico Cavallero maridò una fo
fiola, che non ne aveva altra, a un fol de
mefer Hieronimo dalla Tor (quello da cui
abbiam principiato quefto capitolo) Dottor
de Leze, et elpadre Leétor a Padova ne
le Arte un excellentiffimoomo,e fu fatto una
bellifima nozza: tegne corte tre zorni, e fu
portado la colation el luni publica fu per la
firada de San Zilio, et ghe fu eftimado più
de cento tra confetture, e altri vafi de con-
fezio-
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