LigRo QUARTO. 303
fare Nichefola de monumentis Scaligerorum ,
qual libro parimente niuno intefe ricordar
mai, e afferma, avergli detto il Panvinioin
Roma d’ aver fatto dieci libri d’ Annali Ve-
ronefi, ne’ due ultimi de’ quali aver tratta-
to degli Scaligeri continuando fino a Giulio
Cefare fuo padre; quando niuna menzione
di così fatte cofe fece mai il Panvinio ne’
replicati cataloghi delle proprie opere, co-
me vedremo ove di lui. Per verità quel
dottiffimo uomo al toccar di quefta corda
andava in delirio, e fi dimenticava anche
d’ effer dotto, poichè dice fciocchezze da
perfona idiota: ch’ ei provava con monu-
menti certi la fua nobiltà e antichità per
mille dugent» anni; che Alano Scaligero Si.
gnor del l'irolo, e d’ altre parti avea com-
battuto contro Attila; che avea rinovata
Verona da fondamenti, e ciò quafi nuovo
Brenno, col popolare, e ridicolo errore ;
che Teodorico Re de Goti fu di Cafa Sca-
ligera; che Nicolò Scaligero fconfiffe il Re
Defiderio; che Carlo Magno aggiunte il ci-
miero all’ arme Scaligera; che Filippo Sca-
ligero debellò i Tartari, e rimife Bela nel
regno d’ Ungheria; che furon di cafa Sca-
ligera i Re d’ Ungheria, e quei di Bofhia;
ch’ egli era fettimo dall’ Imperador Lodo-
vico; che fua bifava fudi Cafa d’ Auftria,
e più altre ftravagantiffime e affatto ridico-
le