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304 DEGLI SCRITTORI VERONESI
leinezie, ben degne d° effer regiftrate in gran
parte nel quarto tomo del mirabile Hen-
ninges, e le quali per onore di quefto no-
ftro mezo paefano defiderabil farebbe , non
già che novamente veniffero di tanto in tan-
to oltra i monti rifufcitate, e applaudite,
ima che fi poteffe oggimai anche la memo-
ria abolirne.
Tornando al noftro Giulio, raro e fubli-
me talento fu fenza dubbio il fuo; ma non
può anche negarfi, che felice afcendente
ei non fortiffe per venir con fomme e inufi-
tate lodi efaltato. Il Tuano lo difle bzj4s
feculi ingens miraculum; e diffe altrove, vir
quo fuperiorem antiquitas vix babuit , parem
certe bec etas non vidit. Lipfio in epiftola a
Giano Dufa lo fece entrare nel quadrum-
virato da lui compofto de’ maggiori inge-
gni del mondo, avendo dati gli altri tre
luoghi ad Omero , ad Ippocrate, e ad Ari-
ftotele. Se nell’ opere fue tutta quefta divi-
nità fl ravvifi; fe lr efperienze, che fcri-
vendo contra il Cardano dice aver fatte,
fien vere, o falfe; fe i fuoi giudizj debban-
fi avere per accertati e ficuri; fe i fuoi
verfi fiano da porre in paraggio con quelli
d’ altri noftri; non è quefto il luogo di far»
fi a confiderare. Il Freero, e più altri han-
no in varie occafioni magnificato, e fu la
lor fede anche il nuovo Storico dell’ Uni.
verfità