Ligro QUARTO. 307
Deb perchè Italia mia privata fei
D’ uomo sì dotto, chiaro, e gloriofo?
Più d' un'età, € forfe quattro e feci
Vedrai finir, prima che sì famofo
Spirto dalCielt’ infondan gli alti Dei,
Cb è fenza par, fe il vero dire è ofo:
Tu bai pur dato al mondo, e ancor no-
drito,
Bench’ egli Ranzi in altro clma, e fito.
Lafciò erede della fua gloria il figliuol Giu-
feppe , tanto celebre nella letteraria Re-
publica: ma quefto benchè di padre Vero.
nefe, efce della noftra giurifdizione, pet
efser nato in Agen,
Non dee tacerfi, come tal cognome non
da quefti due Letterati folamente, ma da
più altri Scrittori fu mirabilmente ufurpato,
e manomefso. D' uno Scipione Scaligero,
che sè veramente Scaligero, e profefsava gli
altri impoftori, alcuni Difcorfi politici uf-
cirono, dell’ autor de'quali fi rife Giufep-
pe nella Corfutazione : D'un Paolo della
Scala, o Scalichio, Unghero di nazione,
più volumi fi hanno, quali farebbe inutile
recitar qui. Paul Principis de la Scala et
Hunk Marchionis Verone &c. Tomus primus
Mifcellancorum &c. Al favore di quefti tito-
li s° infinuò coftui nella Corte di Bramdem:
Vea burgo,