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380 DEGLI SCRITTORI VERONESI
dell’ epidemie, fopra il 24 Aforifmo com£
da niuno ancora intefo, e de Urbana (cioè
Romana) febres curandi ratione. Recita di
più il Vanderlinden de gno fantto, de mor-
te caufa partus, Enarrationum librum; e reci-
ta il Draudio Nuove Efemeridi de’ Pianeti,
et altri corpi Celefti. Roma 1604. A_maggio-
ri imprefe avea egli pofto mano, che rima-
fero per la fua morte imperfette; ma fu in
oltre molto verfato in ogni fcienza, e nella
Latina, e nella Greca erudizione, come
moftrano i quattro lodati libri Variarum
Obfervationum Rome 1587, inferiti dal Gru-
tero nella fua raccolta di Critici. Citati an-
cora dal Labbe nella Biblioteca de» Mfs
Marfili Cagnati Veronenfis philofopbi perinfignis
Variarum Obfervationum liber quintus, balte-
nus,quod fciri potuerit , ineditus- Orazion fu-
nebre gli fu recitata dal P. Gian Battifta
Ferrari della Compagnia di Gesù, profef.
fore di facra Scrittura nel Collegio Ro-
mano.
Giofeffo Valdagno traduffe, e illuftrò i
libri di Proclo del moto, ftampati infieme
con due Dialoghi de Mixtione. Bafilee 1562.
La Dedica è al noftro Collegio de? Medici.
Sono fparfi per l’ opera più lumi delle Fi-
lofofie moderne, e di Matematica. Scriffe
ancora dell’ ufo della Triaca nelle febri pe-
ftilenziali, degli elementi, dell’ufo delle
Mate.
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LUI