386 DEGLI SCRITTORI VERONESI
ni in Diofcoride . Tobia Aldini fi fa beffe
di lui, perchè profefli d’ aver veduta in
Montebaldo 1° Acacia prima del Mattioli;
quand’egli dice averla veduta non in Mon-
tebaldo, ma nell'orto Nichefola a Ponto-
ne, dove di ftraniere, e rariflime ve n° eran
molte, mandatevi da Gioan Vicenzo Pi-
nelli.
Francefco Calceolari, Speziale alla Cam-
na d’ oro, amicifimo del Mattioli, e
dell» Aldrovandi, iquali con molta lode fpef-
fa menzion ne fecero, come altresì il Gef-
nero, € più altri, fu de’ primi, che racco-
gliendo grandiffima quantità d’ erbe, pian-
te, minerali, animali difeccati, droghe
rare, cofe impetrite ed altre rarità natura-
li, formaffe Mufeo di quefto genere. Su-
periore a quei de» Monarchi lo diffe affai
tempo dopo Francefco Belli Vicentino nel
fuo Viaggio. Ven. 1632. nel principio di det-
to libro diffe ancora di Verona queft’ Auto-
re, che fe zon per tutte, almeno per molte e
grandi ragioni , D'occhio,.e la fenice d' Italia può
dirfi. Veggafi la fuccinta notizia indirizzata
al Mercuriale, data fuori di quell’ infigne
raccolta da Gian Battifta Olivi Cremonefe.
Venet. 1584. Tocca nel fin di effa, come il
Mattioli due mefi fpefe nell’ offervare quan-
to avea il Calceolari pofto infieme, e no-
bilmente collocato, e diftribuito . L’ Aldro.
SF vandi