446 DEGLI SCRITTORI VERONESI
Scrittori Greci, molto effendofi col fuo ftu-
dio nella lingua, e nell’ erudizione facra e
profana inoltrato . Fece raccolta di fcelti
libri, e fi prendea piacere di legarfegli con
mirabil maeftria , e pulitezza egli fteffo.
L’opera, che fi ‘ha di lui alle fiampé, e
che per non efferfi venduta è quafi ignota,
nè fu da Giornali di quel tempo mentova-
ta, ebbeorigine in quefto modo. Effendo
per accidente capitato a una ftamperia ,
trovò che vi s'imprimeva un’Iftoria de’ cul
ti del P. Mazza, nella quale preftandofi
fede a gli Autori dati fuori per Anniòo da
Viterbo, fopra tal fondamento affai lavo-
ravafi: anzi come ben? avvertì poi il Gior-
nalita di Roma nel riferir tal’opera ufcita
fotto nome di Didimo Rapaligero , il fine
rimario benchè coperto di efla era il di-
fender» Annio . Prefa però lo Sparavicri una
penna , andò fegnando varie poftille ne’
margini, con le quali fi facea beffe di tal
femplicità: ed avuta poi a cafa una copia
dell’ opera, benchè non ancor divulgata,
nuove offervazioni vi appofe. Venute que-
fte a mano dell» Autore, e degli amici fuoi,
più rifpofte furon lor fatte, fpezialmente
dal P. Macedo, molto rinomato in que”
tempi, con libro ftampato in Verona nel
1674 ; € intitolato Refponfio ad Nota: &c.
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