96 Capo quarto.
filo di ferro, e al disopra viene avvolto poi il filo di rame col
metodo Hefner-Alteneck.
Comè è stato accennato: per le altre macchine, le spirali
degli elettromagneti inducenti, quelle dell’indotto e il circuito
esterno si usa di collegarle uno di. seguito all’altro in un sol
circuito; ma così il campo magnetico è soggetto alle variazioni
della resistenza esterna, ciò che rende incostante la corrente.
Si usa quindi di preferenza di tenere gli elettromagneti indu-
centi in derivazione del circuito principale , ciò che ‘rende il
campo magnetico poco sensibile alle variazioni esterne.
71. Accenniamo qui ad alcuni dati sulle dinamo Siemens
di questo tipo che son più usate nella pratica.
Le macchine col nucleo di ferro fisso hanno una lun-
ghezza di m. 1,105, un'altezza di m. 0,32 e una larghezza di
m. 0,465. La velocità, con 6 cavalli vapore, è di 450 giri al
minuto, e producono una luce di 1800 carcel. Posson portare
al calor rosso 12 metri di filo di rame di 1 m. m. di dia- |
metro.
Le piccole macchine a elettromagneti inducenti verticali
hanno le dimensioni m. 0,69 x 0,233 < 0,572; pesano cg. 152,
con I cav. vap. fanno 900 giri al minuto e producono una
luce di 180 carcel.
72. La costruzione dell’ elettrocalamita a tamburo fu perfe-
zionata assai da Weston e da Mòhring.
Dapprima Weston pensò alla ventilazione delle spirali,
componendo uno scheletro cilindrico con 36 dischi di ferro
provvisti di 16 denti ciascuno, e fissati su di un asse tutti di
seguito, a breve distanza uno dall’altro e in modo che le sca-
nalature fra dente e dente fossero allineate parallelamente al-
l’asse. In queste scanalature si avvolgevano le spirali nel modo
solito (65); il commutatore aveva le lamine, fascianti l’ albero
di rotazione, disposte secondo un’ elica a lungo passo, e con
ciò gli strofinatori, che erano assai latghi, toccavano contem-
poraneamente diverse laminette, e il funzionamento della mac-
china era ‘reso migliore, perchè la. corrente era più costante;