160 Capitolo sesto.
M cresce più lentamente, finchè quando ? ha superato un certo
valore, M resta costante. Esperienze fatte in proposito hanno
portato il dottor Fròhlich a stabilire, che il momento magne-
tico M può essere espresso (117) dalla formula:
Ai
Ure >
ove A e « sono costanti. Quantunque questa formula sia sol-
tanto approssimata, può adottarsi come valida in ciò che segue;
perchè a motivo delle tante condizioni che intervengono nei
fenomeni studiati, anche la teoria che riassumiamo non conduce
che a resultati approssimati.
Quando la intensita i della corrente magnetizzante è pic-
cola, deve considerarsi anche il magnetismo residuo degli elettro-
magneti (44), che ha molta importanza quando la macchina
comincia a funzionare; ma allorchè la macchina è attivata po-
tremo trascurarne l’azione, perchè insignificante di fronte al
valore di M.
Più complicato ancora è il caso del magnetismo che si
desta nel nucleo dell’indotto, perchè esso è dovuto all’azione
dell’induttore e a quella della corrente che circola nell’indotto
stesso. Per ciò che riguarda l’azione dell’induttore, il momento
magnetico del nucleo dell’indotto potrebbe esprimersi con
i
E TE7M'
ove C e y sono costanti. Per ciò che riguarda l’azione dell'altra
forza magnetizzante, notiamo intanto che essa ha direzione
perpendicolare a quella della prima forza; e se con N indichiamo
una quantità che, rapporto alla forza magnetizzante dovuta alla
corrente dell’indotto, sia quello che M è rispetto alla forza
magnetizzante dell’ induttore, il momento magnetico p, dovuto
a questa seconda azione sarà espresso da:
de AI
I+yM°
db,