Full text: Le macchine magnetoelettriche e dinamoelettrich

D_O 
Verano 
  
   
Teoria delle macchine dinamo e magnetoelettriche. 163 
  
  
nente P, sarà invece proporzionale a P, stesso, e quindi, ram- 
mentando ciò che si è detto dianzi circa il segno da attribuirsi 
alle forze considerate, il lavoro di questa seconda forza pon- 
deromotrice sarà dato da 
Ra 
ove k è una nuova costante. 
Il lavoro totale T° delle forze ponderomotrici attive nella 
macchina, eseguito nell’unità di tempo, sarà quindi: 
T=—-bMNv—-KkNP v; 
perciò la 11) diverrà: 
Ei=bMNv+kNPv—-gî 8, (17) 
ossia, dacchè per le 16) si ha: 
T=—MN(h+ ob, 
I+ (81 
ST avrà: 
Ei=MNo(h+ pa) pas (18) 
109. Poichè nelle ordinarie macchine dinamoelettriche 
anche il nucleo di ferro prende parte al movimento, vediamo 
ora come per questo fatto si modifichino i resultati fin qui - 
ottenuti. 
Se la rotazione del nucleo è lenta, abbiamo visto (10) che 
i suoi poli, mentre mutano posizione nella sua massa, restano 
fissi nello spazio. Ora ciascuna spira c dell’indotto, essendo’ 
fissata al nucleo, non muta mai posizione rispetto al nucleo 
stesso, ma cambia peraltro posizione rispetto ai poli magnetici 
di esso, e ciò nel modo stesso che avveniva quando si suppo- 
neva che il nucleo stasse fermo e l’indotto si muovesse (54) 
Per ciò che riguarda la forza elettromotrice indotta nelle spire 
dell’indotto, quello che ci interessa, e che la determina, è sol- 
tanto questo movimento relativo delle spire rispetto ai poli del 
     
     
    
  
  
  
  
   
   
      
   
   
  
  
  
  
  
   
  
  
  
  
  
  
  
  
  
   
  
  
  
  
 
	        
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