il
tte
ate
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raggiunga un valor massimo, che resta poi costante.
Teoria delle macchine dinamo e magnetoelettriche. 179
sostituendolo nella 9) si ha:
1
M= -—- IO
ad bi° do
che corrisponde appunto all’ espressione adottata nella teoria del
Clausius (107) ponendo A=
La 10) è stata verificata sperimentalmente abbastanza esatta.
Essa mostra, come già osservammo (107), che il. magnetismo
efficace non è proporzionale all'intensità della corrente altro
che per intensità piccolissime, tali che di sia trascurabile di
fronte ad a, e che per intensità maggiori cresce più lentamente
di î. Ciò è dovuto al fatto che il magnetismo dei magneti in-
ducenti non dipende solo dalla forza magnetizzante dovuta alla
corrente che circola nelle spire che ne circondano le branche
(dalla quale oltre le branche stesse vien magnetizzato anche il
nucleo dell’indotto), ma dipende anche dall’ azione magnetiz-
zante della corrente che circola nell’indotto e che è contraria
alla precedente. Le ricerche del dottor Fréhlich hanno mo-
i ; dI
strato che l'influenza dell’indotto riduce circa di 7 il magne-
tismo efficace. Nella teoria del Clausius tal diminuzione è
rappresentata dalla quantità piv della formola 8).
Questa diminuzione dovuta alla corrente dell’ indotto au-
menta tanto più, allorchè la velocità ha sorpassato un certo
valore; poichè allora anche quando le branche degli elettroma-
gneti inducenti si son magnetizzate a saturazione, l’azione che
la corrente, che circola nelle spirali loro, ha sul nucleo di ferro
dell’indotto aumenta sempre con v, e questo reagisce con mag-
giore intensità, talchè il magnetismo efficace diminuisce ancor
più. Devesi per altro notare che ciò avviene soltanto per velo-
cità di rotazione superiori a quelle adoperate comunemente;
onde si può ritenere che in pratica il magnetismo efficace presto