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Teoria delle macchine dinamo e magnetoelettriche. I8I
che la corrente indotta esercita sul magnetismo efficace, ha sta-
bilito una teoria sperimentale delle dinamo, che oltre all’adat-
tarsi assai bene alla pratica comune, fornisce altri resultati
notevoli che indicheremo brevemente.
In una macchina dinamoelettrica s° interrompa la comunica-
zione fra le spirali dell’induttore e il circuito mobile (fig. 120);
mediante una macchina ausiliaria, ©
una pila, si mandi nel circuito È c del-
l’induttore una corrente di nota inten-
mer
TALK
sità /, e facendo ruotare l’indotto con
una velocità v si misuri la forza elet- i
tromotrice E della corrente indotta. I LD
Mantenendo costante la velocità v, si
muti poi successivamente l'intensità /
della corrente che determina il campo
magnetico, e si misuri ogni volta la
forza elettromotrice E che si desta nel-
Lindotto. Se i resultati di queste espe-.. |; La _
tienze si rappresentano graficamente Fig. 120.
prendendo per ascisse le intensità I e per ordinate le forze elet-
tromotrici E corrispondenti, la curva che se ne ottiene dipen-
derà essenzialmente (oltre che dalla velocità v di rotazione) dal
modo col quale è costruita la macchina; dal Deprez è stata
chiamata curva caratteristica ed è stata presa per fonda-
mento della sua teoria, ammettendo che essa rappresenti la
relazione fra la intensità della corrente e la forza elettromo-
trice della macchina, anche quando agisce come le ordinarie
dinamoelettriche.
La forma generale della caratteristica è rappresentata dalla
linea OE GH della fig. 121. Nella porzione prossima all’ origine
O è quasi rettilinea, e più o meno inclinata sull'asse OX, al
quale asse tende poi a divenir parallela col crescere di I. Una
volta che la curva sia stata costruita, se si vuol conoscere qual'è,
per esempio, la forza elettromotrice che corrisponde ad un’ in-
tensità rappresentata -da O F, basterà tiportare OF sull'asse
rane mac SALTI