188 Capo sesto.
e poichè MN=MP-NP, ed MP=E,si avrà:
MN=E—- IR.
Dunque il segmento M N rappresenta la forza elettromotrice e
antagonista, che si produce nella seconda macchina.
123. La teoria del Deprez, che abbiamo così sommaria-
mente indicata, si presta ad altre deduzioni importantissime per
la pratica, alcune delle quali avremo occasione di accennare fra
poco (128); ma come facemmo notare (118) essa ammette im-
plicitamente l'ipotesi che la resistenza tanto della macchina
quanto del circuito esterno resti sempre costante e sia definita
come quella di un conduttore rettilineo ordinario. Ciò peraltro
non è vero, specialmente per le correnti istantanee e per quelle
la cui intensità varia rapidamente, perchè ciò che si oppone
alla produzione delle correnti indotte, sia in un rocchetto che
in un conduttore qualunque, non è soltanto quello che chiamasi
la resistenza; ma invece ha importanza notevole e, nei condut-
tori avvolti a spirale talvolta preponderante, l’ induzione eser-
citata dal circuito sulle sue stesse parti. Ciò valga a spiegare
le divergenze che in certi casi riscontransi fra le deduzioni teo-
riche e i fatti sperimentali.
124. Sulle macchine magnetoelettriche a correnti altèr-
native sono state eseguite da F. Lucas delle esperienze che
qui riassumiamo brevemente.
L’indotto mobile sia costituito da VN= pv rocchetti uguali,
riunendo in quantità v gruppi di w rocchetti uniti in tensione.
L’induttore sia composto di magneti fissi. Si faccia muovere
l’indotto con una velocità di n giri al minuto, e sia Rla resi-
stenza del conduttore col quale vien chiuso il circuito, ed r
quella del sistema di rocchetti che entra nel circuito stesso. Sia
I l'intensità della corrente, e 7 il lavoro motore che la mac-
china trasforma in energia elettrica; se R ed r sono espressi
in ohm, I in ampere e T in cavalli vapore, avremo (28):
(Rt+MI° =7357T. (1)