Classificazione e caratteristiche delle macchine elettriche. 199
Per la galvanoplastica è invece necessario (come per la
illuminazione con lampade a arco montate in serie) che resti
costante l'intensità della corrente fornita dalla macchina. Ciò
può ottenersi, secondo Deprez, con una disposizione analoga
alle precedenti. Gli elettromagneti dell’ induttore devono avere
parimente due circuiti separati (fig. 127): uno dc si unisce in
derivazione a quello dell’indotto, e
UTI =
nell'altro dc, si fa circolare la cor- pr
HA
rente o di una pila o di una mac- di
china ausiliaria. Considerazioni ana-
loghe alle precedenti conducono al
resultato notevole che per ottenere by
una corrente d’intensità costante, la.
velocità critica della macchina è quella
stessa che abbisogna per ottenere una
forza elettromotrice costante.
129. L’eccitazione separata degli
elettromagneti non ha, in ultima ana-
lisi; altro scopo che di assicurare alla
macchina un campo magnetico iniziale a
indipendente; quindi resultati analoghi ai precedenti potranno
‘ottenersi anche con modi pratici diversi.
Notevole è quello proposto dal prof. Perry, potendo es-
sere applicato a qualunque macchina senza che occorra avvolgere
una seconda spirale sugli elettromagneti. Si osservi infatti che
non è assolutamente necessario che la corrente ausiliaria ri-
chiesta dalla teoria del Deprez abbia un'origine indipendente
da quella che si desta nell’indotto, e si capirà come si possa
introdurre nel circuito d’una dinamo una macchina magneto-
elettrica separata (fig. 128) che giri con velocità uniforme, per
ottenere nel circuito esterno una forza elettromotrice co-
stante. La velocità della dinamo e quella della magnetoelettrica
devono esser determinate coll’ esperienza.
Anzichè servirsi di una macchina ausiliaria, si potrebbe
determinare un campo magnetico iniziale applicando una calamita