212 Capo ottavo.
rente deve eseguire un dato lavoro, se la macchina, per esem-
pio, serve per la galvanoplastica, o per lampade elettriche, o
per la trasmissione della forza, ecc., l’intensità della corrente
diminuirà per effetto di una forza elettromotrice e antagonista,
che si desta nel circuito, e assumerà il valore î minore di I.
Sia L, il lavoro motore, cioè l’ energia ricevuta in 1’' dalla
macchina per mettersi in moto, e si supponga (astraendo dagli
attriti, ecc.), che esso si trasformi tutto in energia elettrica. Sia
poi L, il lavoro utile, cioè l’ energia elettrica impiegata nel
medesimo tempo di 1” ad eseguire il lavoro cui è destinata la
macchina. Avremo le due relazioni:
U (3)
ei=L,; (4)
le quali esprimono. che l'energia L, innalza di E il potenziale
bid
della quantità è d’ elettricità nella macchina generatrice, e che
la quantità di elettricità i scendendo dal potenziale. e genera
;
Folrota L...
Il rendimento economico (18) della macchina sarà quindi:
È e
“i (5)
espresso ben s'intende in misura elettrica, e sarà massimo
quando siae=£, cio: quando |a 10Fz4 elettromottic.
della macchina sia uguale a quella antagonista che
si desta nell’ apparecchio nel quale si utilizza la corrente da essa
fornita. È questa la legge di Siemens sul rendimento massimo.
Poichè l’espressione 5) è indipendente dalla resistenza del cir-
cuito, ne resulta che il rendimento economico del sistema è,
come dice Deprez, indipendente dalla distanza a cui son posti
i due apparecchi l’uno dall’ altro.
Con ciò che precede non è peraltro risoluto il problema
che, ci siamo. proposto, perchè se il rendimento economico è
indipendente dalla resistenza. del circuito, mon è così pel mas-
simo lavoro utile che si può ‘ottenere.