236 Capo ottavo.
È da notare che nella pratica può accadere di dover di-
sporre le cose diversamente da quello che resulta dalle prece-
denti considerazioni teoriche. Così se si tratta di ottenere del
calore con la corrente, gioverà che esso si svolga per la mas-
sima parte nel circuito esterno, e come abbiamo indicato (134)
converrà allora che la resistenza dell’indotto sia piccola. In pra-
tica si trova conveniente di dare all’indotto una resistenza non
superiore ai ?/, di quella che si ha nel circuito esterno.
141. In qual rapporto la forza elettromotrice, la intensità
della corrente e il magnetismo efficace stiano colla velocità di
rotazione dell’indotto 1’ abbiamo veduto nelle teorie del Clau-
sius e del Froblich.
Cerchiamo ora quale dev’ essere nelle macchine dinamo-
elettriche il numero. delle. spire avvolte sull’induttore in rap-
porto a quello delle spire avvolte sull’indotto, per ottenerne
l effetto utile massimo. Determineremo questo rapporto col me-
todo esposto dal Thomson.
Sia X la lunghezza del filo nell’induttore, 8 il suo volume’
compresovi l'involucro isolante, # il rapporto del volume totale
ir Bi
al volume del rame nel filo stesso, sia cioè v=— il volume
m
del solo rame; sia A la sezione complessiva della spirale, R la
sua resistenza. Le quantità analoghe per l’indotto saranno in-
dicate colle lettere X', B', m',', A', R' rispettivamente. Sia fi-
nalmente £ la resistenza specifica del rame. Avremo evidente-
mente:
Bb= AA
2 , B
Kies mk = kr»
quindi
a fea Laaiva dere 1)
VR VR
e analogamente