Full text: Le macchine magnetoelettriche e dinamoelettrich

Costruzione delle singole parti delle macchine elettriche. 257 
  
Se questi non son ben costruiti, si consumano rapidamente 
per l’attrito o per le scintille, e queste scintille sono appunto 
più energiche quando tali organi della macchina son difettosi. 
Se i contatti non sono perfetti, e se le scintille sono forti, una 
gran parte dell’ energia elettrica della macchina va assoluta- 
mente perduta: onde è della massima importanza l’avere ogni 
cura nella scelta dei materiali per formare i commutatori e gli 
strofinatori — perchè non si ossidino — e nel disporli in modo 
da non dare scintille troppo forti. Quanto al materiale è da 
raccomandarsi l’uso del bronzo fosforato; peraltro gli strofina- 
tori giova farli a guisa di spazzolini piatti di fili metallici, an- 
zichè di lastre. Nei motori Deprez per esempio, tali spazzo- 
lini sono di fili di ottone crudo; nelle macchine Gramme e 
in molte altre, di fili di rame inargentato. 
Devesi notare che la perdita di energia causata dalle parti 
strofinanti è proporzionale al loro diametro e al numero dei 
giri dell'asse; quindi è utile ridurre quant'è possibile la super- 
ficie, non solo del commutatore, ma anche degli strofinatori, 
conservando loro, ben s'intende, la solidità necessaria. 
Per diminuire l’azione nociva delle scintille è utile fare 
in modo che esse suddividansi nel maggior numero possibile di ! 
parti, come per esempio è fatto col commutatore di Edison (15) 
Per solidità e semplicità son raccomandabili anche i commu- 
tatori del tipo Gramme. 
Una circostanza da non dimenticarsi è lo spostamento dei 
poli nelle macchine a tipo Pacinotti: gioverà quindi che gli 
strofinatori sien montati in modo da poter dar loro lo sposta- 
mento conveniente. 
Per eliminare in parte le scintille, è anche usato di porre 
gli strofinatori fuori della linea di massima forza elettromotrice; 
ma ciò diminuisce l'intensità della corrente che si può ottenere 
dalla macchina. Ora si noti che gli strofinatori formano una 
derivazione di debole resistenza, che chiude su sè stesso succes- 
sivamente ciascun rocchetto indotto le cui estremità passano 
sotto di essi; e quando questo circuito, in cui si ha una forte 
A. SreranINI, Le macchine magnetoelettriche e dinamoelettriche. 17 
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