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Nozioni preluninari. 2i
26. Quando tal corrente sia divenuta costante, la sua in-
tensità si misura con la quantità di elettricità che nell’unità di
tempo attraversa una sezione qualunque del conduttore. Tale
intensità 1 dipende evidentemente dalla forza elettromotrice E
che la determina; ma dipende anche da un’ altra quantità che è
stata chiamata la resistenza elettrica del circuito. Indicando
con R la resistenza, fra le tre anzidette quantità si ha la relazione
ea
dr:
che è conosciuta col nome di legge di Ohm, e si applica in-
differentemente sia al circuito intero, sia ad una sua parte qua-
lunque, ed anche quando in uno stesso circuito sieno attive più
forze elettromotrici, nel qual caso la legge anzidetta è espressa da
y
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sd
ove S E rappresenta la somma algebrica delle forze elettromo-
trici e Y R la somma di tutte le resistenze incluse nel circuito.
#4. Il Congresso degli elettricisti tenuto a Parigi nel 1881
decise di applicare il sistema delle unità assolute (20) anche alla
misura delle quantità che compariscono nella teoria dell’ elet-
tricità. Ma poichè i numeri che con tale sistema occorrerebbe
adoperare negli usi industriali sarebbero troppo scomodi, decise
pure di stabilire un sistema di unità pratiche e fissò i nomi
da usarsi. Ecco ciò che abbisogna per noi:
a) Si chiama ohm l’unità di resistenza elettrica: essa
vale 10? unità assolute di resistenza e dovrà esser rappresentata
da una colonna di mercurio a 0°, della sezione di 1 millime-
tro quadrato e di una lunghezza da determinarsi da una Com-
missione internazionale di scienziati.
b) L'unità di forza elettromotrice si chiama volta,
ed è uguale a 10° unità assolute. (L-umnità a6solata:di forza
clettromotrice sussiste fra due punti quando occorre 1 ergor
per trasportare l’unità di elettricità dall’uno all’ altro.)