Full text: Le macchine magnetoelettriche e dinamoelettrich

Le macchine magnetoelettriche. 39 
  
numero dei rocchetti e dell'uso a cui deve servire la macchina: 
possibilmente si sceglie in modo che la resistenza totale del 
circuito indotto sia, rispetto a quella del circuito esterno, in un 
rapporto determinato a seconda dei casi (vedi Capo VIII). Or- 
dinariamente peraltro, per le macchine destinate alla luce elet- 
trica, in ciascun rocchetto si avvolgono circa 130 metri di filo 
di rame grosso 1 millimetro, isolato con rivestimento di cotone 
imbevuto di una soluzione di catrame di Giudea nella tre- 
mentina. 
Con una di tali macchine a 64 rocchetti (e quindi a 40 
magneti), attivata da un motore di 5 cavalli, con una lampada 
ad arco si ha una luce di 150 carcel; con 96 rocchetti si arriva 
fino a 200 carcel. 
Sulle altre macchine che si adoprano per la luce elettrica, 
e che descriveremo in seguito, queste dell’ Alliance hanno il 
vantaggio di aver costante il magnetismo dell’induttore, di far 
consumare ugualmente i due carboni e di non conferire ma- 
gnetismo residuo al nucleo del regolatore nella lampada, a 
motivo delle correnti alternate che esse forniscono. Questa 
mancanza di magnetismo residuo è una delle condizioni più 
importanti pel buon andamento dei regolatori. Nondimeno, a 
causa delle continue variazioni nella direzione della corrente, 
la luce non è del tutto fissa; ma le oscillazioni indicate, se 
sono nocive per la illuminazione dei teatri e delle sale, non 
disturbano affatto nei fari, nei quali appunto le macchine Al 
liance sono specialmente adoperate. La luce che uno di questi 
fari riceve, misurata esternamente alle lenti del faro, arriva a 
3500 carcel ed è visibile alla distanza di so chilometri. 
Pel volume che occupano, pel peso notevole, per la diffi- 
coltà di avere forti fasci magnetici e pel prezzo elevato, le 
macchine Alliance non sono tuttavia applicate quanto farebber 
supporre i vantaggi incontestabili che possiedono. 
39. Holmes ha modificato la macchina Alliance, so- 
stituendo ai fasci magnetici permanenti, degli elettromagneti a 
nucleo di ferro dolce in forma di V. Questi elettromagneti 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 
	        
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