GAPO: HI.
LE MACCHINE DINAMOELETTRICHE.
44. Nel 1867 Werner Siemens e Carlo Wheatstone
presentarono alla Società Reale di Londra, all’ insaputa l’ uno del-
l’altro, la descrizione di una nuova macchina, mediante la quale
potevasi ottenere la corrente elettrica senza bisogno di ma-
gneti permanenti. Anche sir Alfredo Warley, sulla fine del
1866, aveva costruito una macchina fondata sul principio stesso
di Siemens e di Wheatstone; ma sembra che la priorità
della scoperta appartenga al Siemens, che fece funzionare la
sua macchina nel 1866, e che nel gennaio 1867 ne comunicò
la descrizione all’ Accademia di Berlino.
La macchina dinamoelettrica Siemens non è che
una Wilde (42) alla quale sia stato tolto l’ eccitatore magne-
toelettrico. Fra le branche di un grosso elettromagnete si muove
nel modo solito un rocchetto Siemens, i capi della cui spi-
rale, per mezzo del commutatore e del circuito esterno, sono
uniti a quelli dell’elettromagnete. Il nucleo di questo, che è di
ferro dolce, conserva sempre un poco del magnetismo che gli
sia stato comunicato una volta col far passare una corrente elet-
trica nelle spire che lo circondano, ed è in forza di questo ma-
gnetismo residuo che la macchina può poi funzionare senza bi-
sogno dell’eccitatore magnetoelettrico.
Infatti, ai primi giri dell’indotto si avranno in esso delle