Full text: Marte nel 1896-97

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sivi stadi della rotazione di Marte. Sono due categorie di 
fenomeni, abbastanza generali, che meritano d’esser prese 
in speciale considerazione. Fra essi e l’ipotesi che fa dei 
canali vere linee fìsiche vi è, come vedremo fra poco, decisa 
contraddizione. Ammessa la quale, non resta che riguardare 
i canali come residui visibili, e rettificati dall’occhio, di 
strisce molto più larghe, parzialmente cancellate. In altre 
parole, l’ordinamento delle macchie di Marte in larghe strisce 
è fenomeno generale sopra tutta la superfìcie del pianeta. 
Mentre però molte di queste strisce si lasciano sempre scor 
gere su tutta la loro larghezza, di moltissime altre il telescopio 
attuale non è capace di farci avvertir altro che sottilissime 
linee d’ombra, attraversanti le strisce in senso longitudinale. 
103. Se i canali fossero vere linee tracciate sopra Marte, 
come a dire fiumi, o lesioni, o valli vegetanti, o correnti 
marine leggermente colorate, ecc. ecc., converrebbe in primo 
luogo che si facessero sempre più cospicui, man mano che la 
distanza del pianeta diminuisce, raggiungessero la loro mag 
giore visibilità nei giorni prossimi all’opposizione, nei quali 
la distanza è minima, e ricominciassero poscia a perdere di 
evidenza, a misura che il pianeta si allontana. Ora, una tale 
aspettativa è in contraddizione con quello che realmente si 
osserva. Il confronto fra gli aspetti delle medesime linee in 
epoche diverse, esposto in diversi luoghi dei capitoli prece 
denti, conduce al risultato riassuntivo che dal luglio 1896 
al febbraio 1897 le linee di Marte non sembrarono in media 
nè guadagnare, nè perdere nel loro grado di visibilità. Pa 
recchi canali furono abbastanza facili già in luglio, sopra 
un disco di 7". In dicembre, essendo il diametro del disco 
salito a 17", avrebbero dovuto diventare magnifici: conser 
vavano invece la modesta apparenza del luglio, e taluno 
pareva perfino diminuito. Molti canali che nel disco massimo 
di dicembre parvero sottilissimi, in febbraio, ridotto il disco a 
metà, eran facili e sembravano ingranditi. In quest’ultimo 
fenomeno potè influire la grande tranquillità atmosferica che 
accompagnò le osservazioni vespertine del febbraio. Ma certa
	        
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