Full text: Marte nel 1896-97

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larga e carica, ossia ben differenziata di tono dalle regioni 
circostanti. Ma a misura che la macchia si avvicina al centro, 
gli scuri che la compongono verranno presentandosi sempre 
più alla spicciolata, fino a raggiungere il massimo grado 
di separazione allorché la macchia culmina. Questo sarebbe, 
in un telescopio veramente adeguato allo studio di Marte, 
ristante migliore per l’analisi della macchia, ma nel tele 
scopio attuale è invece il momento in cui la macchia ap 
pare maggiormente ridotta, o anche del tutto obliterata. 
Separandosi, infatti, le particelle oscure dal nucleo della 
macchia, tosto un’aureola di riflessi le circonda, riflessi che 
emanano dagli intervalli chiari e raggiungono, naturalmente, 
presso il centro la loro massima intensità. Fra le particelle 
oscure della striscia culminante le interruzioni lucide si fan 
dunque più energiche che neH’obliquità, onde la somma di 
sensazioni che ha luogo lungi dal centro, in prossimità di 
questo rimane impedita. Mancando così agli scuri più de 
boli il vicendevole rinforzo, essi scompaiono. Ne tiriamo la 
conseguenza che durante il passaggio dal lembo del disco 
al centro, il nostro tronco di striscia andrà continuamente 
spogliandosi di elementi, ed invece di presentarsi nella 
culminazione più largo e più carico che nella obliquità, 
mostrerà anzi il fenomeno contrario, quel medesimo che 
dicemmo di aver osservato in tanti canali. 
Esaminiamo ora il nostro tronco a diverse distanze. Nei 
giorni di distanza minima supponiamo di aver visto di esso, 
mentre culminava, un sottile lembo, costituito dalle parti- 
celle più scure. Allorquando il pianeta si sarà allontanato, 
ed avrà, poniamo, raddoppiata la sua distanza da noi, quel 
lembo di striscia, senz’altre aggiunte, non potrebbe più fare 
impressione sul nostro occhio, e sembrerebbeestinto; senonchè, 
in virtù del l’allontanamento, si troveranno ravvicinati ad esso 
altri elementi oscuri della striscia dall’uno e dall’altro lato, 
e la linea d’ombra ne riceverà tale rinforzo da mantenersi 
ancora visibile e sensibilmente inalterata. Se noi dunque 
facciam l’ipotesi che i canali di Marte non siano altro che
	        
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