10
ima distanza focale di m. 6.15. Ordinariamente impiegai
un’amplificazione di 500 diametri, die mi sembrò, nelle sere
d’aria buona, la più adatta ad apprendere con fedeltà i par
ticolari dell’immagine. Con ingrandimenti minori i fenomeni
parevano certamente più intensi nei contrasti e di più facile
studio, ma mi accorsi che ciò significava accrescimento di
illusioni e non tardai a mettere gli oculari bassi da parte.
Rarissime volte feci uso di vetri colorati, frapposti fra roc
chio e l’oculare, sembrandomi anche questo ausilio piuttosto
inteso ad accrescere l’effetto grato, ma pericoloso, dei con
trasti, che a porgere all’occhio notizia sicura circa la qualità
dei fenomeni. Quando l’aria fu un poco agitata oltre il nor
male, feci ricorso — ma anche il meno che potei — al dia
framma graduato che entra nei telescopi di Cooke come or
gano essenziale (Q. Restringendo, per mezzo di questo, l’aper
tura dell’obiettivo fino ad un certo limite di otto o nove
pollici, l’immagine sembrava guadagnare in definizione, ma
ebbi scrupolo che potesse trattarsi d’un vantaggio illusorio.
Diminuita, infatti, la potenza del cannocchiale, venivano a
fondersi insieme in un tutto appariscente, dettagli dell’im
magine, separati e distinti, che nel telescopio maggiore erano
rappresentati in modo più umile ma più vero. Così riconobbi,
ad esempio, che la sensazione dei canali si faceva più in
tensa nell’apertura ridotta che nell’intera, e ciò, lungi dal
persuadermi ad adottar per sempre l’apertura diminuita, mi
indusse a sospettar una cosa, della quale altre prove vennero
in seguito, vale a dire che nella percezione dei canali vi è
una parte d’illusorio.
4. Al presente fascicolo sono aggiunte tre tavole, di cui
la prima e la seconda contengono una raccolta dei disegni
più completi che mi sia riuscito di fare durante l’opposi
zione del 1896-97. Tutti questi disegni — uno escluso —
^ furono eseguiti nell’epoca in cui la fase era totale o così
(') L’Iris-diaframma è utile soprattutto nelle osservazioni delle stelle
doppie. Ne ha dato una descrizione completa il Konlcoly nella sua « Anlei-
tung zur IIimmel8photographie. Halle a. S., 1887 ».