Full text: Marte nel 1896-97

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in parti del diametro. Da quest’ultimo rapporto, posto = />, 
e mercè la conoscenza della latitudine B del centro, data dal 
l’effemeride, si calcolava la latitudine 9 della macchia mercè 
la relazione sin (B — o) — 2h — 1. In quanto alla longitu 
dine, essa risultava dal tempo dell’equidistanza, mercè la 
considerazione seguente. Essendo c il centro vero del disco, 
e q 1 ’ «equatorial defect of illumination» dell’eff'emeride (ossia, 
nelln fìg. l ft la distanza del filo ee dal filo ideale e'e\ e nella 
fig. 2 a la distanza fra ivw e w'w'), l’ascissa equatoriale della 
macchia, nell’istante f, era=c?/ 2 . Dette quindi co la longitu 
dine areografìca del centro pel tempo k la longitudine 
incognita della macchia, 9 la sua latitudine già determinata, 
e A il diametro apparente, dato dall’effemeride, si aveva 
sin (k — co) = ± ~ sec 9 , dove il segno + vale pel termina 
tore a sinistra e il — pel terminatore a destra. 
Questa equazione darebbe immediatamente la nostra k ) se 
la tangenza dei due fili fosse rigorosa, 0 anche se riuscisse 
di tenerli entrambi egualmente all’indentro 0 all’infuori 
delle vere tangenti al disco visibile. Ma l’irradiazione del 
lembo circolare fa sì che il filo che dovrebbe essere tangente
	        
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