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noi non avremmo potuto far altrettanto nelle nostre osser
vazioni del 1896-97, durante le quali la fase oscura variò
dal 0 % al 10 °/ 0 diametro. Noi credemmo dunque ben
,0 ... ,
fatto liberarci dall’incognita 1 +-, e vi riuscimmo merce
( 1
il calcolo per differenze. Se due macchie m ed m' arrivano
nella medesima sera alla equidistanza dai due fili, nei tempi t
e si hanno le due equazioni
sin ('X — co) — ± ^1 -\- — ) sec o
sin (V — co') = ± 1^1 + sec 9'
da cui si deduce:
„ cos 9 .
sin (V — co ) = T . Sili Ck — co)
v ' cos 9
ossia, sviluppando in serie, e ponendo , = k
2 ) V — >. — co' — co —{k — 1 ) tg (k — co) —|— —
= 14°.6 {t — t) + (k - 1 ) tg (k — co) +....
Il coefficiente 14°.6 è il moto angolare di Marte in un’ora
di tempo medio: t' — t s’intende espressa in ore dello stesso
tempo. La determinazione delle longitudiui risulterà dal
l’insieme delle equazioni 1) e 2). Supponiamo, infatti, d’os
servare l’equidistanza di una certa macchia dai due fili, in
un giorno di fase nulla, e nell’istante t 0 . In tal giorno si
ha q — 0 : inoltre, l’irradiazione essendo la stessa lungo tutta
la periferia del disco, anche l’errore Q si annulla. Si ha
quindi, in virtù della 1 ), 1 = co 0 dove co 0 è la longitudine del
centro data daH’effemeride per ristante t 0 . Ottenuta, per tal
modo, in un giorno di fase nulla, la longitudine di una
certa macchia rapporto all’origine assunta neH’effemeride,
si è in grado, prendendo questa macchia come termine di
confronto in un giorno di fase sensibile, di calcolare dal
tempo t il valore di k — co e quindi dal tempo t' il vero
valore di V — 1 (equazione 2). La determinazione delle lon