— 64 —
a una distanza di 55° dal centro. La parte più bassa del
canale offrì lungamente difficoltà nel riconoscere dove met
tesse capo. Sembrò qualche volta che terminasse brusca
mente in un rigonfiamento assai sfumato, avente le coordi
nate 300° -j- 35°, e se la cosa fu davvero così, si sarebbe
verificata una riapparizione del Pseboas lacus, disegnato da
Schiaparelli nella carta del 1883-84. Una tale riapparizione
durò, in ogni modo, assai poco, giacché nell’ultima osserva
zione del Phison, fatta il 14 febbraio, il canale apparve in
tero dalla sua foce nel Sabeo fino alla Boreosirte.
43. Le osservazioni dell’Eufrate vanno dal 13 agosto al
12 febbraio. E si riassumono così: Canale visibile nella obli
quità meglio che nella culminazione. Nella obliquità largo
e carico, presso la culminazione rischiarato nel suo mezzo,
e quindi apparentemente doppio. L’apparente duplicità non
mi sembrò, per altro, estesa a tutto il canale, ma era sempre
estremamente difficile dire dove cominciasse e dove termi
nasse. Nell’aria tranquillissima del 12 febbraio, il diametro
del disco trovandosi sceso a 9".9, ed essendo l’Eufrate in
culminazione, mi parve finalmente di risolvere la questione.
Il canale era doppio nel solo tratto interposto fra il golfo Sabeo
e il Sitacus. Dal Sitacus all’Ismenius era semplice, pur con
servando la stessa larghezza del tratto più alto. Il punto
d’incontro dell’Eufrate col Sitacus era marcatissimo, non
già perchè vi si vedesse un rigonfiamento, bensì perchè il
tronco boreale dell’Eufrate, tutto scuro, in quel punto d’in
contro mostrava un rinforzo di tinta. In quanto alla duplicità
del canale Eufrate nel suo tronco più alto, essa era certa
mente diversa dalla larga duplicità osservata dallo Schiaparelli,
nella stessa linea al 1881-82. Le due componenti la gemi
nazione del 1896-97 furono invece vicinissime, ed evidente
mente altro non rappresentarono se non i bordi ben pro
nunziati di una striscia oscura. Questa, nella distanza di
40 o 30 gradi dal meridiano centrale, era tutta egualmente
carica, e sembrava unica; nella culminazione se ne rischia
rava il mezzo, e i lembi apparivano come doppia linea.