Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

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LE SFERE OMOCENTRICHE 
poco contribuito ad atterrare il sistema, dimostrando questa 
variabilità. Oltre a quanto disse su tal questione ne’ suoi com 
mentari all’ opera di Aristotele De Ccelo , Sosigene aveva scritto 
in proposito un’opera rcepì tOv dveXittORamv, che trattava espres 
samente delle sfere omocentriche. L’ unico passo che ci fu con 
servato di quest’opera Q), riguarda appunto i diametri del Sole 
e della Luna, e ci conduce a concludere con probabilità, che 
essa fosse pure diretta a confutare le ipotesi d’ Eudosso, e a 
dimostrare che non soddisfanno alle osservazioni. 
Fra gli astronomi che cercarono di spiegare il corso dei 
corpi celesti colle sfere omocentriche sarebbe da mettere anche 
Autolico, l’autore di due noti opuscoli, ancora esistenti, sulle 
nozioni più elementari del moto diurno e del levare e tramon 
tare eliaco degli astri ( 2 ). Sventuratamente, quanto dice Sosigene 
sui tentativi fatti da Autolico per ispiegare come i pianeti 
appaiano ora più, ora meno luminosi, non ci dà alcuna infor 
mazione positiva, e neppure ci permette di affermare, che le 
sue ipotesi fossero analoghe a quelle di Eudosso e di Callippo 
(V. Appendice II, § 14). A noi non resta a far altro che aggiun 
gere il nome di Autolico a quello dei Greci, che prima di 
Ipparco si occuparono di ordinare la teoria dell’ universo se 
condo i fenomeni. 
Esaminando i sistemi cosmici dei Greci nell’ intervallo di 
tempo trascorso fra Eudosso ed Ipparco (360-125), troviamo che 
in quest’epoca le opinioni furono divise in molti partiti. Perchè, 
mentre gli ultimi dei Pitagorici si attenevano al sistema degli 
eccentri mobili ( 3 ), Eraclide Pontico già sapeva esser possibile 
(>) Progli, Hypotyposes, ed. Halma, p. 111. Vedi pure la nota (1) del 
l’Appendice II, a p. 110 in line di questa memoria. 
( 2 ) Analizzati da Delambre, Astr. ancienne I, pp. 19-48. 
( 3 ) 11 sistema degli eccentri mobili, di cui gli storici dell’astronomia 
non fanno parola, si trova menzionato da vari autori antichi, cioè Gemino, 
Nicoinaco, Proclo e Teone da Smirne; il quale ultimo, trascrivendo Adrasto 
Peripatetico, ne dà notizia più ampia e più precisa degli altri. Questo 
sistema è una varietà di quello che fu poi detto ticonico, ed in esso si 
deve riconoscere il gradino naturale che condusse alcuni Greci all’ idea 
copernicana, siccome spero di dimostrare in altra circostanza. Nel mio 
lavoro Sui precursori di Copernico ebbi occasione di constatare una 
lacuna nel corso delle idee che guidarono Aristarco, ed altri prima di lui, 
all’adozione del sistema eliocentrico. Più tardi riconobbi che tal lacuna è 
appunto riempita dal sistema degli eccentri mobili, al quale in quel tempo 
io non aveva ancora prestato la dovuta attenzione.
	        
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