Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

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LE SFERE OMOCEXTRICHE 
ad un asse diverso e obliquo a quello? Eppure è necessario 
che quei poli rimangano sul detto asse del movimento più 
esteriore, se vogliamo che la sfera girante intorno ad essi serbi 
la disyiosizione che ha quella delle stelle fìsse. Ora, poiché le 
tre (ultime) sfere che portano l’astro di Crono, girano insieme 
connesse, e connesse colla prima, avendo ciascuna una velocità 
sua propria: certamente il moto della quarta non sarà semplice, 
ma composto con quelli di tutte le sfere superiori. Mostreremo 
infatti, che quando più sfere si rivolgono in sensi fra loro 
contrari, si perde una parte delle velocità appartenenti alle 
loro rotazioni; quando invece i movimenti cospirano, alla cele 
rità propria di ciascuna (delle inferiori) si aggiunge altro mo 
vimento comunicato dalle superiori. Se quindi all’ultima sfera, 
a cui è fissato l’astro di Crono, si connetta immediatamente la 
prima di Giove, assegnandole la velocità che le conviene, 
affinchè nella conversione (diurna) del mondo compia aneli’essa 
il suo giro nel medesimo verso; i movimenti delle sfere che 
stanno di sopra non le permetteranno di conservare questa sua 
velocità, ma vi sarà un’addizione; perchè si moveranno verso 
1’ occaso e la sfera portata e quelle altre pel medesimo verso ( 1 ). 
Lo stesso vale delle altre sfere successive; il movimento diven 
terà vieppiù composto, ed i loro poli usciranno dalla posizione 
loro conveniente. Ma, come abbiamo detto, è necessario che 
non avvenga nè 1’una, nè l’altra di queste cose. Affinchè 
dunque ciò non avvenga, e non si produca così alcun disor 
dine, immaginò (Aristotele) « le sfere reagenti, e restituenti 
sempre alla medesima posizione la prima sfora dell’astro imme- 
diatameute inferiore ». Perchè tali appunto sono le sue parole, 
ed indicano ambo i motivi per cui egli quelle sfere introdusse: 
cioè col dir « reagenti », la restituzione del movimento alla 
propria velocità: col dir « istituenti sempre alla stessa posi 
zione la prima sfera dell’astro immediatamente inferiore », la 
stabilità dei poli nella conveniente posizione. Secondo questi 
poli infatti s’immagina la positura delle sfere mobili, essendone 
questi i soli punti fìssi. E disse poi che da quelle sfere resti 
tuenti viene ristabilita la prima sfera dell’astro immediatamente 
inferiore, perchè prendendo questa, in virtù di tale restitu- 
(') Cioè le quattro sfere di Saturno, le quali già tutte hanno il moto 
diurno della prima di esse; la prima di Giove per supposizione.
	        
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