Le speculazioni dei filosofi e degli astronomi greci intorno
alla disposizione generale dell’ universo ed intorno al movi
mento dei corpi celesti costituiscono uno dei capitoli più inte
ressanti e più belli nella storia della coltura antica. Veramente
la scarsità dei documenti e lo stato imperfetto della tradizione
hanno reso assai difficile il rendersi conto dei vari gradi, per cui
dalle più rozze e primitive costruzioni il genio ellenico seppe, in
meno di due secoli, elevarsi all’idea del sistema eliocentrico,
di quello cioè che fu più tardi rimesso in onore da Copernico.
Tuttavia, grazie alle recenti fatiche di alcuni dotti investiga
tori, allo studioso della storia astronomica è cqncesso di seguire,
per lo più con discreta continuità, l’evoluzione delle idee dei
Greci intorno a questo argomento. Restano però diverse lacune,
le quali finora non fu dato di supplire con piena soddisfazione;
ed in più casi è da credere, che dalla insufficienza dei docu
menti saremo per sempre ridotti a doverci contentare di con
getture più o meno plausibili. Ma vi sono alcuni altri punti,
su cui un esame approfondito di ogni speciale questione potrà
gettare ancora qualche maggior luce, conducendo ad un grado
di probabilità più soddisfacente; in particolare, se alla critica
filologica ed istorica dei testi antichi, alla quale giustamente
si è data fino ad oggi la primaria importanza, si aggiunga
un’ altra critica non meno necessaria, di cui l’abito si può
acquistare soltanto colla diuturna e meditata osservazione di
quegli stessi fenomeni, che agli antichi sapienti servirono già
a stabilire le loro ipotesi astronomiche.
Fra tali questioni ancora capaci di ulteriore dilucidazione,
nessuna sembra più importante di quella segnata in fronte al