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ORIGINE DEL SISTEMA PLANETARIO ELIOCENTRICO
pendente da tutti gli altri corpi celesti. Come si vede, è questo
il sistema, che fu poi chiamato ticonico, dal nome dell’ illustre
astronomo che lo inventò una seconda volta.
Del primo autore di tali importanti deduzioni non è cono
sciuto il nome con certezza, ma solo il tempo. Si può dire che
fu coetaneo di Eraclide; e non senza qualche apparenza di
vero si potrebbe congetturare, che sia stato Eraclide stesso.
Ma se anche Eraclide non inventò il sistema di Ticone, certo
lo conobbe, e molto probabilmente lo adottò, aggiungendovi
di suo l’ipotesi della rotazione terrestre, di che avremo la
notizia da Eraclide stesso. Prima però di passare alle prove
storiche di queste affermazioni, sarà necessario premettere
alcune notizie dirette a portare qualche luce in tutta questa
materia ancora abbastanza oscura.
III. EPICICLI ED ECCENTRI MOBILI.
8. La grande semplicità ed eleganza del nuovo sistema,
per cui tutti i pianeti minori venivano assoggettati alla mede
sima condizione di circolare intorno al Sole, cuore dell’universo,
e sede del principio animatore del mondo ( x ), avrebbe dovuto
essere un argomento potente in suo favore. Tuttavia esso non
ebbe 1’ adesione delle due principali scuole filosofiche cioè degli
Accademici e dei Peripatetici; e più tardi non ebbe neppure
l’adesione degli Stoici, a non parlare degli Epicurei. Il far
portare in giro intorno alla Terra i circoli descritti dai pianeti,
come se quei circoli fossero in qualche modo connessi mate
rialmente col Sole, non poteva entrare nelle idee dei discepoli
di Platone. Ai discepoli d’Aristotele invece, per cui tutto il
cielo era un grande e complicato meccanismo di sfere, una
connessione materiale del Sole colle orbite dei pianeti poteva
sembrare accettabile in massima; da loro non poteva invece
ammettersi, che una sfera fosse intersecata da altre sfere, come
qui avveniva della sfera del Sole, che intersecava quelle di
Mercurio e di Venere. Quando poi, verso il 270, Beroso Baldeo
( ! ) Sul Sole, considerato come cuore dell’universo e come principio
animatore di tutto il mondo veggansi Teone Smirneo, ed. Martin, p. ¿97:
Plutarco, De facie in orbe Lunae, c. 15: Macrobio, Conun. in Somninm
Scipionis, Lib. 1, c. 20.