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ORIGINE DEL SISTEMA PLANETARIO ELIOCENTRICO
ad epoche diverse nella carriera del grande astronomo di Nicea.
Egli infatti non raccolse i suoi lavori astronomici in un grande
ed unico sistema comparabile all’A lmagesto ; ma li consegnò
di mano in mano a brevi memorie, scritte in diversi tempi,
di parecchie delle quali il titolo ci è stato conservato. Nei suoi
primi scritti egli avrà adottato le idee dei matematici a lui
anteriori, come dice Adrasto; soltanto dopo aver raccolte sui
pianeti molte osservazioni, dopo averle messe in ordine oppor
tuno, e dopo averle esaminate con occhio critico, sarà giunto
alle idee più esatte esposte nella narrazione di Tolomeo.
23. Poàidonio e Gemino. — Una terza notizia sopra gli
eccentri mobili ci è fornita da (remino, che nel secolo prece
dente l’èra volgare fu dotto scrittore di cose scientifiche, e
molto studiò la storia delle matematiche, siccome risulta prin
cipalmente dagli estratti che di lui dà Proclo nel suo commen
tario al primo libro d’Euclide. Stando a quanto egli stesso
afferma nel primo capitolo dei suoi Elementi d’astronomia ( 1 ),
Cremino aveva trattato specialmente le ipotesi planetarie in
un’altra opera che ora più non abbiamo. Invece alcuni brevi
cenni di Cremino, concernenti il moto dei pianeti, ci sono stati
conservati da Simplicio nel suo commentario alla fisica d’Ari
stotele; essi derivano da un compendio, che demmo aveva
scritto sopra la Meteorologia di Posidonio ( 2 ). Essendo questo
passo molto importante sotto più riguardi, e dovendo noi usarne
più d’una volta, 1’ ho riferito tutto intiero testualmente nel-
l’appendice che sta in fine della presente memoria, secondo
1’ ultima edizione fattane da H. Diels.
demino (o forse Posidonio) tratta ivi del diverso punto di
vista, sotto cui le teorie dei movimenti celesti devono essere
considerate dal fisico e dal matematico; ed espone su questo
proposito le distinzioni, di cui sopra già abbiam fatto cenno
(§ 10). indicando qual’ è la natura ed il metodo delle ricerche
pel fisico, e quale per l’astronomo. E viene quindi a dire:
« Altre volte (l’astronomo) assegna in forma d’ipotesi certe
« combinazioni da lui trovate, ammesse le quali, si può render
« conto dei fenomeni. Per esempio: per qual causa il Sole,
(') In P et a vii, Uranologion, ed. Paris, 1630, p. 4.
(•) Come risulta dal testo riportato nell’ appendice, Simplicio non aveva
nelle mani il testo di Gemino, e lo ha riprodotto estraendolo dal commento,
che sulla Fisica di Aristotele aveva fatto Alessandro Afrodisiense.