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ORIGINE DEL SISTEMA PLANETARIO ELIOCENTRICO
colo RKP percorso dal centro dell’eccentrico intorno alla Terra
sia uguale all’ epiciclo dell’ ipotesi epiciclica. Con ciò senza dubbio
egli ha voluto dire, che il rapporto dei raggi dell’eccentrico e
del circolo RKP sia tignale al rapporto, che nell’ipotesi epi
ciclica ha il raggio del deferente al raggio dell’epiciclo. E
questa è veramente la condizione necessaria perchè sia possi
bile l’equivalenza delle due ipotesi, siccome chiaramente risulta
dalle considerazioni fatte nel § 12.
È dunque manifesto, che dal tempo d’Apollonio al tempo
d’Ipparco (al quale crediamo press’ a poco contemporanee le
idee esposte da Adrasto) il concetto di eccentrico mobile si era
fatto più generale. Gli eccentri mobili di Apollonio potevano
solo adattarsi alla teoria dei pianeti superiori: il che prova
che essi furono escogitati appunto per quei pianeti, senza
dubbio qual complemento alla teoria dei pianeti inferiori, cui
gli epicicli si adattavano così bene nel sistema di Eraclide
Pontico. Invece il moto degli apsidi lunari avea mostrato, che
alla Luna poteva applicarsi la teoria dell’ eccentro solare, fa
cendo però muovere lentamente il centro di questo intorno
alla Terra, in un tempo uguale al periodo rivolutivo dell’apogeo
lunare ( 1 ). E molto probabilmente dobbiamo riconoscere da ciò
la maggior generalità che acquistò l’idea di eccentro mobile
dopo Apollonio.
26. Ma oltre alla Luna, Adrasto comprende nella sua defi
nizione degli eccentri mobili anche i due pianeti inferiori. Che
il moto di questi pianeti, in modo così evidente rappresentato
dall’epiciclo nell’ipotesi di Eraclide Pontico, si possa anche
tradurre in una certa forma di eccentro mobile, non vi ha
dubbio alcuno, dopo quanto abbiamo esposto nel § 12. Ma che
questo sia stato fatto realmente dai matematici greci, mi par
molto incerto. L’ipotesi dell’eccentro mobile ha il grave difetto
di non rendere intuitiva e chiara a primo aspetto la spiega
zione delle stazioni e delle retrogradazioni. Nulla ha potuto
giustificarne l’uso, fuorché la possibilità di coordinare con
essa il moto dei pianeti superiori e quello dei pianeti inferiori (•)
(•) Tolomeo conosceva il modo di rappresentare l’anomalia della Luna
con un eccentro mobile ( Almagesto, IV, 4). Non l’adottò, volendo riservare
1’eccentro mobile alla teoria dell’evezione. Ma ebbe cura di dimostrare,
che ambedue le ipotesi si possono adattare in modo da produrre gli stessi
risultati.