150 ORIGINE DEL SISTEMA PLANETARIO ELIOCENTRICO
più sotto. Vedremo inoltre, che se egli non fu, certo fu uno dei
suoi contemporanei, il quale, oltre che dotato di sano razioci
nio, dovette essere geometra abbastanza profondo per rendersi
conto del modo, con cui poste tali ipotesi, è possibile con esse
rappresentare le varie ambagi dei movimenti dei pianeti, così
dei superiori, come degli inferiori. Eraclide era certamente
informato di questa scoperta, come più sotto si dimostrerà.
34. Assai meno facile è trattare l’altro aspetto della que
stione, determinare cioè chi per primo abbia osato supporre nei
corpi celesti uno o più movimenti circolari uniformi intorno
a centri ideali, vuoti di materia, e privi di ogni fisica entità;
riducendo così 1’ eccentro e 1’ epiciclo a pure forme d’ipotesi
geometrica, prive d’ ogni base naturale. Un tal modo astratto
di considerazione non ha potuto sorgere che nella mente dei
matematici. 1 quali, spaventati forse dalle conseguenze, che
dal concetto fìsico dell’ eccentrico e dell’ epiciclo centrati sul
Sole si potevano agevolmente dedurre (anzi erano state già
dedotte ancora vivendo Eraclide Pontico), vollero far vedere,
che coi medesimi eccentrici e coi medesimi epicicli era possi
bile salvare i fenomeni, senza togliere alla Terra la dignità
di essere centro alle circolazioni di tutto 1’ universo. Essi
adunque dimostrarono potersi rappresentare i movimenti di
tutti i pianeti, compresi il Sole e la Luna, nell’ ipotesi del-
1’epiciclo mosso su di un deferente concentrico alla Terra, e
non esser punto necessario assegnare al Sole quella posizione
così eccezionale nel mondo che da Eraclide e dagli inventori
del sistema ticonico si supponeva. Mostrarono altresì, che l’ipo
tesi dell’eccentrico si adattava soltanto ai pianeti superiori;
e da ciò trassero motivo di respingerla. Così fu stabilito il
trionfo dell’ ipotesi epiciclica nella sua prima forma, qual’ è
esposta da Apollonio di Perga e da Adrasto Afrodisiense.
Quali siano stati questi matematici, e quando abbia avuto
luogo una tale evoluzione d’idee, non è facile dire. Ai tempi
d’Apollonio, cioè un secolo dopo Aristotele, essa era già com
piuta. In questo intervallo cade la massima fioritura della
geometria dei Greci. A quale dei geometri illustri che vissero
allora, si possa attribuire la forma astratta assunta in seguito
dalle due ipotesi degli eccentri e degli epicicli, non si può
congetturare in modo plausibile, attesa la totale mancanza di
documenti. Secondo alcuni si potrebbe farne autore Apollonio
medesimo; ma è una supposizione e nulla più.