PRESSO I GRECI
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dice: « che col rappresentarla per mezzo di eccentrici o di
« epicicli (che è il problema dell’ astronomo) non è ancora
« fatto tutto; ma rimane il problema del tìsico; di scegliere
« cioè, fra le ipotesi capaci di spiegare i movimenti, quella
« che si accorda colla dottrina tìsica del ino mio. Quindi, essere
« indifferente all’ astronomo di sapere ciò che è lisso e ciò che
« si muove; esser per lui plausibile ogni ipotesi che rappre-
« senti bene le apparenze, fosse anche quella indicata da Era■
« elide Pontico, secondo cui l’anomalia dei pianeti rispetto al
« Sole può essere spiegata col moto della Terra intorno al Sole
« supposto fìsso. L’ astronomo poi essere obbligato di ricorrere
« al tìsico per i principi delle sue ricerche; per sapere, ad
« esempio, che i movimenti degli astri sono semplici, regolar-
« mente ordinati, e circolari: gli uni secondo paralleli all’equa-
« tore, gli altri secondo circoli obliqui rispetto a questo ».
88. Il passo d’Eraclide, di cui il senso generale è stato
indicato in caratteri italici, ha forma di citazione testuale, e
secondo la diversità dei codici e delle edizioni presenta due
lezioni diverse, fra le quali la scelta è assai difficile, e non
senza qualche influenza sul significato storico che ne deriva.
L’edizione aldina di Simplicio e la raccolta degli scoli ari
stotelici del Brandis ( 1 ), con le quali si accordano anche alcuni
codici, hanno la seguente lezione, che ha servito di base a
tutte le discussioni sino ad oggi fatte sul presente argomento:
Alò xuì JtupeÀikóv tic; rpqoìv TlquxAeiòqg ò I IovtixÒq è'Àeyev
òri xuì xivocpévT |5 Jtcog tf]g yfjc;, tot) (V i)Àiou pévovtóg juo^,
òuvutui f) Jiepì tòv ijÀiov cpuivopévq dvoopiuÀiu ató^eaOui. Cioè
letteralmente : E perciò si fece innanzi qualcuno, dice Eraclide
Pontico, a mostrare: che anche facendo muovere la Terra in un
certo modo e star fermo il Sole, è possibile spiegare l’anomalia
che si manifesta relativamente al Sole. Lasciando per ora in
aperto l’interpr» tazione delle parole attribuite ad Eraclide,
dobbiamo dapprima considerare la frase introduttiva Alò xuì
crupp/ahov ri; q>T)aìv I IpuxAPÌÒvig ó Ilovtixòc; è'Xeyev òri x. t, a.
Qui la prima difficoltà sta nell’espressione JtaQgAficóv tig, intorno
alla quale molto si è disputato. Secondo il Wyttenbacli ( 2 ) essa
(>) Simpucii, Commentario in Aristotelis libros physicae aiisculta-
tionis. Veneiiis, in aedibus Aldi, 1526, p. 65. — Brandis, Scholia in Ari-
stotelem, ed. Regia Academia Borussica, p. ài8.
( 2 ) Danielis Wyttexrachii, Adnotatio ad Baku librum de Posidonio,
presso Bare, Posìdonii Rliodii reliquiae , Lugd. Batav. 1810, p. 272.