Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

PRESSO I GRECI 
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più che mai si rende plausibile, anzi necessaria, 1’ ipotesi, che 
le parole JtapeA/dcóv tig siano corrotte. La supposizione più na 
turale sarebbe, che in esse si nasconda il titolo dell’ opera di 
Eraclide, da cui Gleniino fece il suo estratto. Ma percorrendo 
l’indice delle opere di Eraclide quale ci fu trasmesso da Diò 
gene Laerzio nella sua biografia di questo filosofo, sembra dif 
ficile additare un titolo, che possa convenientemente surrogarsi 
in questo luogo, senza supporre troppo radicali cambiamenti. 
È vero però, che il catalogo di Diogene non è completo; ed 
è possibile, che ad un’ opera ivi non registrata appartenga 
appunto tutto quello che si sa dell’ astronomia di Eraclide 
Politico. 
Inoltre potrebbe anche darsi, che invece del titolo dell’opera 
in quel luogo si contenesse qualche altra indicazione concer 
nente il passo estratto, о diretta forse anche a determinarne 
meglio il senso. Tale sarebbe per esempio il caso, se invéce di 
JtapeÀiTfóv rig, Demino avesse scritto Jteqì toùtcov, riferendosi 
ai cinque pianeti nominati nella frase che immediatamente 
precede (*); e dei quali esclusivamente si tratta nel passo di 
Eraclide, come più sotto si vedrà. 
4L Qualunque sia la decisione alla quale vogliamo appi 
gliarci riguardo a questa ed alle precedenti questioni, nulla si 
muterà al risultato essenziale della nostra ricerca; solo rimane 
il dubbio, se veramente ad Eraclide о ad un altro suo ante 
riore о contemporaneo sia da attribuire l’onore di essere stato 
fra gli antichi il primo a concepire l’idea del movimento della 
Terra e della quiete del Sole. Ed in questo dubbio noi ci ras 
segneremo a rimanere per ora. Ma a controversie ben più 
gravi ha dato luogo l’interpretazione delle parole f| Jteqì tòv 
pÀiov (puivopévi) dvropuÀia, esprimenti la natura del fenomeno 
che si tratta di salvare , cioè di rappresentare, facendo muover 
la Terra in un certo modo, e star fermo il Sole. Il Wytten- 
bacli ( 2 ), e il Deswert ( 3 ), seguiti poscia dal Grappe fi 1 ), nél moto 
qui accennato della Terra non vedono altro che la rotazione di 
essa, ammessa come cosa di fatto da Eraclide Pontico ( 5 ). Se 
(G Vedi l’Appendice, dove si può studiare la connessione di questo 
passo con quello che precede e con quello che segue. 
( 2 ) Posidonii Rhodii, Beliquiae; ed. Janus Balte, p. 272. 
( 3 ) Dissertano de Нега elide Pontico, p. 176. 
( 4 ) Die kosmische Systems der Griechen, p. 134, 
( 5 ) Vedi in principio l’esposizione del sistema di Eraclide.
	        
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