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ORIGINE DEL SISTEMA PLANETARIO ELIOCENTRICO
non apparirebbero più come isolate, ma si presenterebbero
come parti integranti ed armoniche di un medesimo sistema;
la cui invenzione basterebbe a classificare Eraclide Politico
fra i più grandi e più conseguenti pensatori di tutti i tempi
e di tutti i paesi.
47. L’ unica difficoltà che qui alcuno potrebbe opporre
consiste in questo: che i pianeti non sono nominati esplicita
mente nelle parole attribuite ad Eraclide. Su tale riguardo
bisogna osservare il modo speciale con cui egli introduce in
scena il moto della Terra, e la quiete del Sole. Egli dice ori
xuì xivoppévqg jtco? Trjs yqg, toh (V rjÀiou pévovtóg Jtoog %. t. X... .
che anche facendo muovere la Terra in un certo modo ... Dove
per spiegare l’addizione della parola anche bisogna supporre,
che nel discorso antecedente Eraclide avesse già parlato di
un altro modo di spiegare il medesimo fenomeno (probabilmente
del modo di Eudosso od anche del sistema detto oggi di Ticone).
La natura di questo fenomeno doveva quindi già chiaramente
risultare dal discorso anteriore; e non era necessario ad Era
clide dirne più di quanto ha detto. La nostra disgrazia è, che
Greinino sia stato così parco nella sua citazione, e non ci abbia
posto innanzi tanta parte del discorso di Eraclide, quanta
occorreva al nostro bisogno. Ma certamente egli credette aver
provveduto abbastanza alla chiarezza del discorso col nominare
i pianeti nella linea che immediatamente precede la citazione
da lui fatta d’Eraclide Politico; mentre tre altre linee più
sopra accenna per conto proprio all’ anomalia loro, indicando
che se ne può render ragione cogli ecceutri e cogli epicicli,
ed aggiunge, che di tutte le ipotesi capaci di spiegarla bisogna
tener conto, anche di quella riferita da Eraclide. Veggasi tutto
il discorso nel suo complesso, quale testualmente è riferito nella
appendice al fine di questa memoria. — Del resto è palese,
ohe 1’ obbiezione indicata non avrebbe più ragione di essere,
quando realmente nella frase enigmatica JtupgÀfkóv tiq si con
tenesse un’ allusione ai pianeti, e si avesse a leggere invece
Jtepl toi'itgov o alcunché di simile, siccome è stato indicato nel
§ ± 0 .
48. Dopo tutta questa discussione non mi sembra più pos
sibile dubitare, che nelle parole di Eraclide sia contenuta
l’idea fondamentale di Copernico, e questa non solo, ma anche
la ragione per cui essa potè presentarsi come plausibile a
quegli antichi pensatori; la facilità cioè con cui essa dà conto