Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

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ORIGINE DEL SISTEMA PLANETARIO ELIOCENTRICO 
dizione di mantenere costantemente il loro centro sulla linea 
condotta dalla Terra pel Sole alla sfera celeste. Quindi egli 
considerava la loro applicazione come limitata ai soli pianeti 
superiori, per i quali infatti erano stati immaginati da Eraclide, 
o da qualche suo contemporaneo. Ma questa limitazione fu 
causa, che 1’ ipotesi degli eccentri mobili venisse presto abban 
donata, anche per la minore facilità, con cui essa si prestava 
a rendere intuitivamente perspicua la dimostrazione dei feno 
meni. Un’ altra ragione di abbandonarli fu 1’ impossibilità di 
adattarli al sistema delle sfere solide, al quale servivano invece 
benissimo gli epicicli. 
IX. - Tutto questo svolgimento teoretico ebbe per iscopo 
di rappresentare soltanto la grande anomalia planetaria, quella 
che produce le stazioni e le retrogradazioni. La necessità di 
introdurre anche 1’ anomalia zodiacale non fu riconosciuta, a 
quanto pare, prima d'Ipparco. La scoperta dell’ anomalia zodia 
cale fu forse anche una delle cause, per cui fu presto abban 
donato il sistema d’Aristarco. Finché le orbite di questo sistema 
potevano considerarsi come circolari, concentriche, ed unifor 
memente descritte, la sua semplicità e la sua simmetria dove 
vano essere un potente argomento in suo favore. Ma tale 
semplicità e simmetria non si potevano più conservare intro 
ducendo l’anomalia zodiacale. Era allora inevitabile d’ammet 
tere in esso moti eccentrici ed epiciclici, simili a quelli di cui 
più tardi fece uso Copernico. Così il principio fondamentale 
rispettato in tutti i primi sistemi cosmici dei Greci, e mante 
nuto ancora da Aristarco, di non ammettere nel cielo circolazioni 
intorno a punti ideali privi di ogni fisica entità , andava perduto; 
con esso andavan perdute la simmetria e la semplicità che 
costituivano il pregio principale del sistema d’Aristarco in 
un’ epoca ancora incapace di risalire al vero principio fìsico 
regolatore di tutti quei movimenti. Poiché dunque da un lato 
gli eccentri e gli epicicli si imponevano in qualunque modo, 
ed era forza ammettere nel cielo circolazioni intorno a punti 
ideali ; e poiché d’altra parte era stato tro vato dai geometri 
il mezzo di rappresentare, con questi nuovi ordigni, l’andamento 
dei fenomeni celesti senza scuotere dal centro la Terra, senza 
urtare contro i pregiudizi dominanti nelle scuole filosofiche, e 
senza sconvolgere i principi dell’Astrologia ; qual ragione ri 
maneva di attenersi ancora alle speculazioni, soltanto a mezzo 
elaborate, di Eraclide Pontico e d’Aristarco?
	        
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