CONSIDERAZIONI
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4. Tolomeo nel suo Catalogo si è mostrato particolarmente
esatto nel notare i nomi propri usati al suo tempo per alcune
stelle principali, quali sono Arturo, la Lira, la Capra, Regolo,
la Yendemmiatrice, la Spica, Antares, Procione, Canobo. Ri
guardo alla stella principale del Cane egli nota bene, che
aneli’essa si chiama Cane; sembra tuttavia poco probabile, che
egli abbia potuto omettere il nome più celebre fra tutti; cele
berrimo per un uomo di nazione greca, che certamente ha
potuto vedere il Cane denominato m-ipiog da Esiodo, da Ari
stotele, da Arato; celeberrimo per uno nato e vissuto in Egitto
dove il levare eliaco della divina Sothis , aveva per tanti secoli
segnato il principio dell’anno soiaree dato il segnale dell’in-
nondazione del Nilo. Questa ed altre riflessioni hanno condotto
Schjellerup, l’editore e traduttore d’Alsùfi. a supporre I 1 ) che
originariamente nel manoscritto di Tolomeo, invece del con
trastato vocabolo l'jróxiqqoq, fosse scritto xal oriqioc; e che la
trasformazione sia stata opera di qualche copiatore. Simili cor
rezioni ipotetiche sono sempre pericolose: nel presente caso
tuttavia, dopo vedute le ragioni qui sopra addotte, la proposta
dello Schiellerup potrà sembrare non solo ingegnosa ma anche
abbastanza probabile.
II. I TRADUTTORI LATINI D’ ARATO.
Nel suo poema astronomico che ha per titolo Fenomeni e
Pronostiei. Arato descrivendo la costellazione del Cane le
applica la denominazione di uro ix ilo«;, varius, versieolor. Della
gran stella collocata nel mento della figura dice che è chiamata
Sirio a cagione della sua vivace scintillazione ( 2 ).
3 0|éu oeiqiaei, x«i uiv xuXéoucf avdqcojtoi
SsÌQlOV.
(q Vedi la sua prefazione all’ Uranogratia d’Alsuli, p. 25.
(-) Arati Solensis, Phaenomena et Diosemea, ed. Bulile, vv. 332-333.
Che oeipiaeiv significhi scintillare è provato nel modo più chiaro dai Ca-
tasterismi di Eratostene, dove parlando appunto di Sirio si dice che si
chiama con tal nome 8ià tÌ]v cp/.oyòg xivqaiv, cioè pel movimento della
luce. Sull’interpretazione della parola oeipidei vedi una nota presso Hum
boldt, Cosmos, ed. Milano Ili, p. 2(10. Altri attribuiscono a questa parola
il senso di ardere o disseccare.