Full text: Scritti editi (Parte 1, Tomo 2)

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LE SFERE OMOCESTTRICHE 
vantaggio è sempre dei più moderni (come per esempio accade 
nella determinazione dei medi movimenti). Lo studio dell’ano 
malia del moto solare non trae alcun vantaggio dal tempo,* 
ma solo progredisce colla perfezione dei metodi d’ osservazione, 
e il paragone dei risultati di Eutemone con quelli di Callippo 
mostra di quanto il secondo avesse perfezionato l’opera del primo. 
Non può esservi il minimo dubbio, che se noi possedessimo 
1’ esatta espressione dei risultamenti da Callippo ottenuti colle 
sue osservazioni equinoziali e solstiziali, ne potremmo ricavare 
per gli elementi dell’ anomalia solare valori assai prossimi al 
vero. Eudemo narra, che per rappresentare questa anomalia, 
Callippo impiegava due sfere; ed appena è lecito dubitare, che 
l’artificio da lui usato per render conto dell’alternata accele 
razione e ritardazione del moto solare fosse identico a quello 
che Eudosso impiegava per rappresentare l’anomalia sinodica 
dei pianeti, la quale, sebbene molto più sensibile che l’ano 
malia del Sole, appariva allora analoga ne’ suoi effetti. Con 
servando le tre sfere date da Eudosso nel loro ordine e posi 
tura (*), Callippo non ebbe a far altro, che aggiungere due sfere, 
di cui la prima avesse i poli nella terza sfera d’Eudosso, 
descrivente il circolo solare con moto uniforme nello spazio di 
un anno; la seconda, portante il Sole, avesse i poli sulla prima 
e un asse alquanto inclinato all’asse di questa, con velocità 
uguale e contraria, Dando all’ inclinazione un valore uguale 
a quello dell’anomalia massima (che risultava a Callippo, come 
a noi, di circa 2 gradi), l’ippopeda solare derivante dal moto 
delle due nuove sfere prendeva in lunghezza sull’ eclittica 4 
gradi, con la digressione in latitudine di appena 1' dalle due 
parti dell’ eclittica. La perfezione, con cui questa ipotesi è 
capace di rappresentare il moto del Sole in longitudine è quasi 
uguale a quella che più tardi si raggiunse coll’ eccentrico e 
coll’epiciclo, e l’errore non tocca che i quadrati dell’eccentricità. 
La durata dell’anno solare per Callippo era di 365 1 / i giorni 
come per Eudosso, siccome risulta dalla considerazione del 
periodo callippico. in cui 76 anni si suppongono comprendere 
esattamente 27759 giorni ( 2 ). 
(*) L’aver Callippo conservata anche la terza delle sfere solari d’Eudosso, 
mostra che anch’egli ammetteva la nutazione dell’orbe solare rispetto 
all’eclittica fissa, di che a lungo si è ragionato nell’articolo IV. 
( 2 ) Bailly, Hist. de VAstr. ancienne, 1, p. 249.
	        
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